Tragedia del mare, due migranti sepolti a Calascibetta

Hanno trovato degna sepoltura nel cimitero di Calascibetta due degli undici migranti annegati a Lampedusa lo scorso 8 maggio. La loro ”carretta” del mare era affondata nell’attraversata del Mediterraneo. Dopo essere stati accolti dal sindaco di Lampedusa, per oltre un mese sono rimasti dei “fantasma”, perché i corpi recuperati nel mare dalla nave ong Geo Barents, per problemi burocratici, non hanno trovato spazio sull’Isola. In questa settimana però qualcosa è cambiato, con il comune xibetano che si è detto pronto a dare sepoltura a due di loro, dopo la telefonata del prefetto di Enna, Maria
Carolina Ippolito, al sindaco Piero Capizzi.

Il colloquio tra sindaco e prefetto

Un colloquio telefonico per chiedere al primo cittadino xibetano la disponibilità a dare dignità di essere umani a chi, in qualche modo, la vita terrena è stata avversa. L’Immediato “si” di Capizzi ha messo in moto la macchina organizzatrice, guidata dal responsabile dell’ufficio tecnico comunale Nicola Mazza, così,
ieri mattina, mediante una ditta specializzata e con l’ausilio dei necrofori comunali, è avvenuta la sepoltura delle salme, non prima, però, di avere ricevuto la benedizione dell’arciprete don Maurizio Nicastro. Sulle bare e sul luogo della sepoltura sono stati deposti dei mazzi di fiori da parte dell’Amministrazione comunale.

Non hanno un nome

Di loro non si conosce nulla, né il sesso, né l’età, sono stati identificati solamente con le lettere “E” ed “F”. Un ennesimo destino crudele che accompagna molti migranti che attraversano il mare per cercare di trovare miglior sorte altrove. Calascibetta, ancora una volta, si è dimostrato un paese accogliente, votato all’integrazione: circa undici anni fa, l’Amministrazione guidata da Carmelo Cucci si espresse favorevole a dare sepoltura a tre migranti annegati, sempre a Lampedusa, in quella che fu definita la più grande tragedia del mare, con 368 morti. Poi c’è l’aspetto meno doloroso, quello dell’integrazione, ovvero i progetti di accoglienza che vedono a Calascibetta ospiti diverse famiglie provenienti soprattutto dall’Africa subshariana.

Francesco Librizzi