Due famiglie unite per sempre dallo stesso cuore
Calascibetta - 20/09/2024
C’è il cuore di un ragazzo pugliese, morto a seguito di un incidente stradale, che da dieci anni batte in un cinquantaduenne di Calascibetta. Una storia commovente, bella da raccontare, una sorte di inno alla vita, che racchiude assieme la cultura della donazione degli organi e la scienza della Medicina.
Savio e Onofrio
Una vicenda che vede da un lato lo xibetano Savio Savarino, dall’altro la famiglia Pepe, residente a Noicattaro, provincia di Bari, che dopo la morte del figlio Onofrio, appena sedicenne, il più grande di
due figli, decide, nonostante la scelta fosse di quelle “forti”, di salvare altre vite, donando gli organi del figlio.
10 anni fa il trapianto
“Sono trascorsi dieci anni da quando mi hanno trapiantato il cuore di Onofrio- ci spiega Savio Savarino- Sarò sempre grato ai suoi genitori, papà Donato e mamma Annamaria, i quali, nonostante quel momento drammatico, per la perdita del loro figlio, hanno compiuto un gesto di altruismo, permettendo di ridare una nuova vita a diverse persone. Con la famiglia Pepe- continua Savio- è nata un’amicizia profonda,
qualcosa di speciale, perchè loro, sento di dire, sono persone speciali e deliziose”.
La storia di Savio
Oggi Savio ha un messaggio da dare: “Occorre, a partire dalla scuola, interiorizzare la cultura della donazione degli organi. E’ una scelta di speranza, un modo per restituire alla vita chi vive sospeso in attesa del trapianto”. Il calvario di Savio Savarino, papà di due figli, sposato con Maria Piera Saitta, una donna dal carattere forte, che lo ha sempre sostenuto e lo continua a sostenere, inizia nel 2008, quando scopre di avere una malattia rara, ovvero la sarcoidosi, una patologia infiammatoria che interessa diversi organi, cuore compreso. Qualche anno dopo la comparsa del male, a Brescia, in attesa del trapianto, gli
viene impiantato un modernissiomo defribillatore, che più volte gli ha salvato la vita a seguito dei diversi arresti cardiaci. Sostenuto dalla moglie, che dimostra di essere una vera “roccia”, nel 2014 arriva la lieta notizia: trapianto del cuore.
I rapporti tra le due famiglie
La corsa verso un’eccellenza della Sanità siciliana, l’Ismet di Palermo, dove i medici effettuano l’intervento. Trascorrono due anni e Savio riesce a conoscere l’identità del donatore, con le due famiglie che si incontrano a Calascibetta. “Due amici dovevano realizzare il video dell’incontro- ci racconta Savio-Era tutto pronto ma quando è suonato il campanello di casa, la porta l’ho aperta io, l’emozione nel vedere i genitori di Onofrio è stata così forte da sopraffare tutti, così il video non si è potuto fare ma l’abbraccio tra le due famiglie è stato interminabile. Da allora ci vediamo e ci sentiamo spesso, loro vengono in Sicilia e noi andiamo in Puglia. Qualche anno fa siamo andati insieme, a Bari, a vedere il concerto di Vasco Rossi, con il papà di Onofrio che mi ha regalato il biglietto”.
L’incontro in Puglia
Quel papà, titolare di una ditta d’autotrasporti, che sulla fiancata di ogni motrice dei suoi camion ha voluto che fosse disegnato il volto del figlio morto nell’incidente, per sentirlo sempre vicino, come un compagno di viaggio. Due famiglie, quella di Savio e di Donato legate profondamente da un battito di cuore. Un legame intenso, a tal punto, che, nel giorno del venticinquesimo anniversario di matrimonio della famiglia Pepe, Savio si è presentato a sorpresa a Noicattaro portandogli un bellissimo mazzo di fiori.