Riunione alla Regione, sì alla fusione tra Farinato e Colajanni

Non sono servite le proteste, i cortei, gli incontri, tra cui uno con l’assessore dell’Istruzione Turano per scongiurare l’accorpamento del liceo scientifico Farinato ed del liceo classico Colajanni. Il via libera al Polo liceale è arrivato nel corso di una riunione presso l’assessorato regionale all’Istruzione e ha visto i soli voti contrari della Flc Cgil, dell’Anief, della Consulta degli studenti.

Il piano di dimensionamento in Sicilia

Non si è votato solo sul piano di dimensionamento scolastico di Enna ma su tutto quello delle altre province dell’isola: nel complesso il sistema scolastico vedrà soppresse in Sicilia 23 autonomie in aggiunta alle 74 già cancellate nell’anno scolastico 2024/25. Delle 23 autonomie scolastiche 5 saranno soppresse a Palermo, 4 a Catania, 3 a Messina e Agrigento, 2 a Trapani, Siracusa, Caltanissetta, 1 a Enna e Ragusa.

La protesta della Cgil

“Questo drastico ridimensionamento è il risultato di una norma voluta dal governo Meloni con il solo obiettivo di risparmiare 88 milioni di euro a livello nazionale, a discapito di studenti, famiglie e lavoratori del comparto scolastico. Non possiamo accettare che il futuro dei nostri giovani venga sacrificato sull’altare dei tagli di bilancio”, ha dichiarato Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia.

Penalizzate le Aree interne

“La decisione – spiega – avrà effetti devastanti sulla tenuta del sistema scolastico regionale, già gravemente provato da carenze di personale, strutture inadeguate e una dispersione scolastica tra le più alte d’Italia. La perdita di ulteriori autonomie comporterà accorpamenti forzati, aumento degli alunni per classe, riduzione delle dirigenze scolastiche e peggioramento della qualità dell’insegnamento. Questo provvedimento colpisce soprattutto le aree interne e le zone più svantaggiate, già carenti di servizi essenziali, aggravando le disuguaglianze territoriali e sociali”.

“La FLC CGIL chiede con forza il ritiro del piano di dimensionamento – conclude – e l’avvio di un confronto costruttivo con il Ministero dell’Istruzione e le istituzioni regionali per garantire un sistema scolastico pubblico inclusivo e di qualità. Non si può risparmiare sul futuro delle nuove generazioni. L’istruzione è un diritto, non una voce di bilancio da tagliare”.