Il caso Venezia, “io rompicoglioni dei mafiosi ma non lo accetto da chi è nel Pd”

“Sono stato un “rompicoglioni” per i mafiosi e proprio per questo ho pagato e sto pagando un prezzo alto”. Lo afferma il deputato regionale del Pd, Fabio Venezia, che, per la prima volta, interviene sulla burrascosa assemblea regionale del Pd, dove è stato definito un rompi coglioni da un componente dell’entourage del segretario regionale Anthony Barbagallo, perché, secondo lo stesso ex sindaco di Troina, avrebbe voluto compiere delle verifiche sull’identità degli esponenti dem che avevano votato da remoto il regolamento sul congresso.

Promessi a Venezia anche “due pugni”

Venezia, in un post sulla sua pagina social, afferma che questa stessa offesa non può accettarla da chi è nel Pd, “un partito che affonda le proprie radici nel sangue e nel sacrificio di tanti uomini che hanno lottato, perdendo la vita, per la legalità e per la lotta alla mafia”. In quei momenti concitati al parlamentare regionale del Pd, come ammesso da lui stesso, gli sarebbero stati promessi “due pugni”.

“Ecco perché ho la scorta”

In questo lungo post, Venezia ha spiegato le ragioni per cui dispone della scorta da ormai 10 anni. “Ho annullato gare d’appalto in odore di turbativa da parte dei mafiosi locali, ho licenziato dipendenti infedeli che facevano gli interessi di soggetti sottoposti a interdittive antimafia, ho denunciato le cosche “santapaoliane” che con inaudita violenza volevano imporre il pizzo e opprimere l’economia locale, ho fatto costituire per la prima volta parte civile nei processi per mafia il comune che ho amministrato, sono stato al fianco dei commercianti e degli imprenditori che denunciavano le estorsioni, ho lottato insieme ai contadini e agli allevatori contro la “mafia dei pascoli”, sono andato a testimoniare nei processi e ho fatto i nomi degli appartenenti a “cosa nostra”, ho tolto, rischiando la vita, 4.000 ettari di terre demaniali alle organizzazioni mafiose dei Nebrodi per creare la più grande azienda agricola pubblica italiana che dà attualmente lavoro a 20 giovani del territorio ed è stata considerata a livello nazionale uno degli esempi più virtuosi di lotta alla mafia”