I 20 anni della Kore nel segno di Salerno
√i√i - 22/03/2025
Crediamo di vivere in un’epoca in cui domina la razionalità, e che il mito sia morto con la strapotenza del progresso. Eppure il Presidente dell’Università Kore di Enna Cataldo Salerno, che ieri ha ricevuto l’applauso più lungo durante la cerimonia di apertura dell’anno accademico alla presenza dei Ministri Bernini e Musumeci e del Presidente della Regione Schifani, ci ha spiegato che non esistono culture senza miti e che anche la società contemporanea ha necessità di credere in ciò che non appare credibile.
Il mito di Kore
Il mito di Kore, speculare a quello più antico del suo “Ratto”, è la rappresentazione plastica di questa affermazione, in cui la location non è più l’Olimpo ma il territorio e i protagonisti non sono più divinità ed eroi ma esseri umani che, tuttavia, fanno uso del “pensiero mitico” per vivere il proprio tempo.
Questa caratteristica, ahimè non troppo diffusa, consente a chi ne è dotato di esaminare in modo critico le narrazioni dominanti e di condizionare gli eventi. Ora, se nella storia dell’umanità si sono incontrati uomini che hanno segnato un prima e un dopo, non saremmo intellettualmente onesti se non riconoscessimo in Cataldo Salerno il merito di avere offerto agli ennesi la possibilità di voltare
pagina, in direzione di una concreta prospettiva di sviluppo economico, sociale e
culturale.
Oasi di Troina e Kore, le due eccellenze ennesi
Dopo soli venti anni, in cui l’Università Kore è stata concepita, generata, cresciuta, irrobustita e lanciata verso il futuro, la città di Enna si appresta a scrivere nuovi ed inediti capitoli. In questa impresa a favore di un territorio dell’area interna e centrale della Sicilia, dove in passato, forte di un alleato ancestrale, è riuscito solo Padre Luigi Ferlauto a Troina con l’Oasi, Cataldo Salerno è così riuscito a mitizzare il sogno di realizzare il quarto ateneo siciliano.
Lo scenario
Non sappiamo se in questo nuovo scenario, in cui le scelte del territorio sono destinate a saldarsi con quelle accademiche, si riuscirà anche a raggiungere l’obiettivo finale di far ritornare i nostri giovani nei luoghi del cuore, ci siamo però convinti che un sano contagio del “pensiero mitico”, di cui Cataldo Salerno
rappresenta “il paziente 1”, possa contribuire alla riflessione sul grande tema della restanza, della ritornanza e dell’accoglienza del capitale sociale a rischio spopolamento.