BaRock Festival: a Piazza Armerina il laboratorio musicale più grande del Mediterraneo
Comunicati Stampa - 06/05/2025
Report sulla prima parte del festival tra contaminazioni, strumenti antichi e sonorità contemporanee, artisti internazionali e band isolane
Classica e rock, violini, chitarre, organo e pianoforti. La prima parte del BaRock Festival di Piazza Armerina è stata un vero e proprio laboratorio di sperimentazione musicale: il più grande del Mediterraneo; nell’ambito di 14 giorni complessivi di programmazione, con 25 artisti coinvolti tra band, orchestre e solisti internazionali, e 6 location mozzafiato nella città dei mosaici, tra le più suggestive dell’intera Sicilia.
Grande emozione ha suscitato il concerto inaugurale del 25 aprile al teatro Garibaldi in onore e memoria di Papa Francesco, con I musici del Teatro alla Scala, il violinista Davide Alogna e la prima viola solista del Teatro alla Scala Simonide Braconi. In apertura, la prima esecuzione assoluta di Rock Island nata dallo spirito mediterraneo del chitarrista e compositore Daniele Fabio che ha descritto la sua suite come un vero e proprio viaggio, «frutto di una visione nella quale sono confluite influenze diverse, una commistione di generi, destrutturati e ricomposti in quattro movimenti».
«Vogliamo che la musica di qualità arrivi a tutti e non solo in teatro – ha ribadito Davide Alogna, direttore artistico della sezione classica del Barock festival – Desideriamo far sentire al pubblico il profumo del rock e il calore del suono antico, degli strumenti del ‘700 che suonano la musica contemporanea».
«L’obiettivo è rinnovare il senso della musica classica, – ha sottolineato Simonide Braconi – renderla fruibile a tutte le età e in tutti i luoghi».
Il 26 aprile, le magnifiche sale del Museo Trigona sono state d’ispirazione al trio d’archi Davide Alogna, Simonide Braconi e Sandro Laffranchini, primo violoncello solista del Teatro alla Scala. Il programma della seconda serata si è aperto sulla prima esecuzione assoluta di Sogno di terra nuova di Sandro Laffranchini: «Un pezzo di quattro minuti ispirato ad una scena del film “C’era una volta il west”, al momento in cui la protagonista scende dalla locomotiva a vapore e approda in una terra nuova. È un sogno di libertà, molto lontano dalla nostra realtà – ha dichiarato il noto violoncellista – ma i sogni non costano nulla e a noi piace coltivarli».
Estasiati dalla bellezza storica dei luoghi che hanno incarnato lo spirito innovativo del festival, il 27 aprile i chitarristi Giulio Tampalini e Daniele Fabio hanno regalato un dialogo musicale alchemico e sorprendente, «come un filo sottile che ha attraversato i secoli senza mai spezzarsi» secondo Fabio.
«La meraviglia di questo festival è data dall’aver messo in luce la grande cultura siciliana e la modernità. – ha raccontato Giulio Tampalini – Abbiamo voluto restituire un’immagine della musica antica con il suono moderno della chitarra elettrica e viceversa, il rock con la chitarra classica».
Il 28 aprile, la violinista “d’oro” Aiman Mussakhajayeva, artista Unesco per la Pace, ha incantato il pubblico con il suo Stradivari, in un eclettico repertorio al fianco dell’Orchestra del Teatro Cilea e del direttore Michele Patuzzi. «Sono a mio agio nella fusion. La musica non ha età e può avere tutti i pubblici del mondo. – ha sostenuto il maestro Patuzzi – C’è molto pop nella musica di Paganini e la Mussakhajayeva ne tira fuori tutta la grinta e l’underground, così come c’è tanto classicismo e romanticismo nei Beatles».
Indimenticabili le emozioni vissute il 29 aprile con l’esibizione di Anton Niculescu e Bruno Canino in un intenso dialogo tra le corde del violoncello e i tasti del pianoforte. Il maestro Canino ha parlato di una musica «senza steccati». «La cosa importante poi è servire il pubblico, – ha affermato il leggendario pianista – senza pregiudizi, né in bene, né in male».
Il 30 aprile, nella chiesa di San Pietro, Paolo Oreni all’organo e Alessandro Marangoni al piano hanno intrapreso un coinvolgente viaggio da Bach ai Led Zeppelin. «Le commistioni sono un modo per stimolare la creatività, per avvicinare il pubblico alla musica.» – ha sostenuto Marangoni – «Io credo nell’unità delle arti, quindi credo al legame tra la musica classica e il rock, e tra la musica e la bellezza in generale: culturale, architettonica, artistica, pittorica».
La sera del primo maggio al teatro Garibaldi, i musicisti dell’Orchestra da Camera Fiorentina, diretta da Giuseppe Lanzetta, con il pianista Giuseppe Andaloro, premio Busoni, hanno dato vita alla “Bohemian Fantasy”, un omaggio ai Queen che ha chiuso la sezione classica. L’elegante trascrizione del maestro Andaloro per orchestra è stata molto apprezzata dal pubblico. Un esperimento dal passato ai tempi moderni in una fusione ideale e coinvolgente: «È meraviglioso riuscire a fondere la bellezza, – ha esclamato Andaloro – la storia di questi luoghi con un certo spirito progressista, che li fa rivivere grazie alla musica, riportando le persone a teatro o più in generale agli eventi culturali».
Le ultime tre giornate del “Lato A” sono state di transizione, avendo salutato la musica classica per dare il benvenuto al pop italiano e ai talenti siciliani del rock. La sera del 2 maggio gli Zero Assoluto hanno conquistato una piazza gremita, dedicata a Falcone e Borsellino, con un emozionante live tra ricordi e nuove vibranti sonorità. Una festa preceduta dai talenti emergenti di Piazza Armerina, i cantanti Essemme, Realnic, Silvio Vitali ed Empi Mira e le danzatrici della scuola “Arte danza” di Federica Bardarè.
Il 3 maggio è stata la volta delle “Sicily Star”, una kermesse autentica che ha visto alternarsi sul palco la migliore musica isolana, dal cantautore Peppone Tomaselli al pop-rock mediterraneo dei Romano Bros, dai racconti di vita dei Taverna Umberto I al pop-rock e country dei Colorindaco e infine al soft-rock melodico dei Pineals. Special guest della serata gli attesissimi Sugarfree. «La fruizione della musica è cambiata, – ha sostenuto Matteo Amantia – i social sono predominanti rispetto alla radio, la musica stessa è in continua evoluzione ma lo scenario musicale italiano, anche se a volte sommerso, è sempre molto vivo».
A chiudere in bellezza il “Lato A” della manifestazione, il 4 maggio nella biblioteca comunale, il groove frizzante degli Swingrowers, autentici «coltivatori di ritmo» stando alla definizione di Roberto Costa, ed il raffinato ed ironico pop d’autore della cantautrice e pianista Giulia Mei. «Amo le contaminazioni musicali, – ha affermato la Mei – io sono la prima a mescolare musica classica, pop ed elettronica, adoro questa esplorazione ed è bellissimo riscontrare realtà come questa che portano avanti la buona musica, quindi lunga vita al Barock Festival e a coloro che credono nelle risorse della nostra terra straordinaria».
«Questi tre giorni 2, 3 e 4 maggio – ha dichiarato Georgia Lo Faro, direttrice della sezione rock – hanno rappresentato una preziosa soglia di passaggio tra l’anima classica del Festival e l’energia del rock che esploderà nel Lato B a fine maggio. Sono profondamente grata per la risposta entusiasta del pubblico e per la qualità artistica degli eventi che abbiamo condiviso. È stata un’apertura simbolica, un ponte sonoro tra mondi diversi, ma uniti dalla stessa passione per la musica. L’emozione che ho respirato nelle diverse location del Festival mi conferma che stiamo percorrendo la strada giusta: un Festival che sa contaminare, evolversi e parlare a tutti».
Il viaggio nel rock e nella varietà delle sue declinazioni, proseguirà con il “Lato B” del Festival: pronti a scatenarsi sul palco, il 30 maggio, Vivaldi Metal Project, Chris Catena’s Rock City Tribe e i Godz of Rock (feat. Marcello, Hoekstra, Starr, Leven, Mistheria, Andrea Arcangeli); il 31 maggio, Francesco Renga, tra le voci più amate della musica italiana, aprirà il suo “Angelo-Venti” tour per celebrare, insieme al pubblico, i 20 anni del brano vincitore del Festival di Sanremo 2005. Il primo giugno, la mitica PFM Premiata Forneria Marconi nel tour “Doppia traccia” dedicato ai successi della band e di Fabrizio De André, in una data speciale con l’Orchestra del Teatro Cilea diretta da Bruno Santori. La terza edizione del Barock Festival si concluderà il 2 giugno, sulle note rock punk delle Bambole di Pezza, la band milanese impegnata sui temi dell’uguaglianza di genere, contro il sessismo e la violenza, e per le pari opportunità.