La riapertura dell’Hotel Sicilia, che arriva a poco più di due mesi dalla riapertura del Caffè Roma, viene accolta con fiducia e speranza da quella parte della città che in questi anni ha visto chiudere, una dopo l’altra, decine di saracinesche lungo la Via Roma.
Due chiari segnali di ripresa e resilienza che sembrano sfidare il trend di uno spopolamento che non risparmia alcuna delle aree interne della Sicilia. Anche la città di Enna, un tempo capoluogo di provincia e centro di riferimento delle politiche di sviluppo territoriale, risente di un fenomeno che vede attrarre
risorse economiche verso pochi grandi poli metropolitani europei. In tale contesto, in cui le dinamiche geo-economiche non sembrano direzionabili, le classi dirigenti locali sono chiamate a salvare il salvabile senza farsi incantare dagli slogan che orbitano attorno alla formula dei borghi e del “piccolo è bello”. Il
piccolo sarà pure bello come belli sono i paesaggi e i centri storici dei nostri territori, ma ciò non è bastevole per invertire la rotta.
Così’ come non è bastevole la strategia messa in campo dall’Unione di Comuni “Area Interna di Troina”. I giovani si allontanano dalle rispettive comunità non certo perché non gradiscono una piazza poco arredata piuttosto che un viale poco alberato, ma perché non hanno la possibilità di lavorare e realizzarsi.
L’assenza strutturale di sbocchi occupazionali nei due settori trainanti dell’economia (primario e secondario) non può essere certamente colmata dalla Pubblica Amministrazione né da effimere iniziative che ancora oggi si registrano nell’ambito della gestione dei servizi pubblici locali.
L’insediamento degli organi di governo nell’ex Provincia regionale di Enna potrebbe rappresentare l’occasione per avviare un confronto sulle politiche di sviluppo locale e sulla promozione di mirate politiche di area vasta. Confronto che sarà tanto più credibile se non ci saranno risorse finanziarie da “spartire”.