“Io vittima della mafia e lasciato da solo”, denuncia di un commerciante di Agira
Agira - 21/05/2025
“Non sempre chi denuncia la mafia viene accolto da applausi e sostegno”. E’ lo sfogo di un commerciante di Agira che, anni fa a Leonforte, subì la legge di Cosa nostra che gli impedì di aprire un negozio di ottica per favorire un altro esercente più vicino, secondo la tesi della Dda di Caltanissetta, alla cosca locale.
Il danno economico
La vittima subì un danno economico non indifferente, in quanto acquistò gli arredi per la sua attività e spese somme per l’affitto del locale. Il commerciante, in una lettera aperta, racconta di quella drammatica vicenda, da lui stesso denunciata, ma, allo stesso tempo, con rammarico assicura di essere stato abbandonato. E lo ha fatto a poche settimane dalla manifestazione antiracket che si è tenuta ad Agira.
La lettera aperta
Nella sua ricostruzione, il commerciante sostiene di non avere avuto il sostegno dell’associazione che “ha lasciato che mi sentissi solo” e da solo “ho continuato a lottare tra burocrazia, sospetti e paure”.
Il commerciante denuncia di aver trovato “porte chiuse, sguardi evitati” ritenendo che sia “facile sfilare in prima fila nelle commemorazioni, parlando di legalità davanti alle telecamere ma è più difficile è esserci davvero, quando la luce si spegne e la vittima resta sola con la sua storia”
“Questa storia è il racconto di un fallimento collettivo. Di un sistema che ancora troppo spesso lascia soli i giusti. E di chi ha avuto il coraggio di denunciare, senza ricevere il rispetto che merita. Solo dopo l’estenuante lotta solitaria l’imprenditore agirino ha richiesto di poter accedere a un fondo di solidarietà e spera ancora nella presa di coscienza e nell’approvazione della richiesta, oltre la rinascita personale”