di Pierelisa Rizzo
Un grido di aiuto arriva dai genitori di bambini autistici della provincia di Enna, dimessi dal centro Corrieri dell’Oasi per decisione dell’Asp per fare posto ad altri piccoli e adulti con lo stesso problema. Adesso, chi vorrà potrà frequentare un altro centro, ma i genitori dovranno anticipare i pagamenti, che per ogni autistico possono arrivare anche a 2 mila euro al mese, attendendo un rimborso successivo. Impossibile per tante famiglia affrontare costi così elevati anticipando tutti questi soldi. Qualcuno, dunque, rischia di dovere sospendere le terapie vitali per il benessere.
“A nome di tutti i soci che rappresento, esprimo tutto il mio rammarico, preoccupazione e rabbia per le decisioni prese dai dirigenti dell’ASP di Enna, che hanno sospeso , in modo illegittimo, i servizi destinati ai soggetti autistici, bambini e adulti, non attendendo a quanto stabilito dai LEA . Livelli Essenziali di Assistenza, e senza avere consapevolezza che la condizione di un soggetto autistico dura per tutta la vita e così il loro bisogno di supporto continuativo – lo dice Davide Lo Presti, presidente dell’Associazione Onlus Elpis associazione che riunisce i genitori di figli autistici. Per permettere, infatti, la rotazione dei posti riservati ai ragazzi autistici presso il centro diurno dedicato dei Corrieri dell’Oasi, professionisti che prestano la loro opera come centro autorizzato per 20 ragazzi, 10 minori e 10 adulti, l’Asp sta provvedendo a dimettere a raffica i ragazzi che hanno maturato i due anni di permanenza nel centro. La rotazione, dopo due anni presso il centro, rientra nelle direttive emanate dal programma unitario per l’autismo, perché purtroppo, in standby ci sono circa 200 utenti che aspettano il loro turno, cosa assolutamente legittima. Tuttavia le dimissioni sono state effettuate seguendo soltanto un principio di temporalità e senza tenere in considerazione il profilo clinico e la situazione familiare di ciascun utente. Sono convinto che consentire a tutti di fruire delle prestazioni di servizi convenzionati con l’ASP ed erogati da personale altamente qualificato e in possesso dei requisiti stabiliti dalle linee guida in materia, rappresenti un sacrosanto diritto – dice Lo Presti – L’associazione, pur comprendendo i criteri delle dimissioni, condanna assolutamente la scelta fatta dall’Asp di Enna di dimettere i ragazzi autorizzandoli alle prestazioni a rimborso e costringendo le famiglie ad anticiparne il pagamento. La norma sancita dai LEA, livelli essenziali di assistenza, per l’autismo, prevede che le prestazioni siano assicurate a prestazione diretta senza nessun esborso da parte delle famiglie”.
Un paio di mesi fa l’associazione è stata già costretta ad impugnare con ricorso al TAR un altro provvedimento teso a chiudere servizi convenzionati, e senza nessuna motivazione addotta, in favore di prestazioni a regime di rimborso, provvedimento che è stato immediatamente revocato dal Presidente del TAR di Catania.
L’associazione dopo aver acquisito ulteriore parere legale ha dato mandato di inviare una diffida all’Asp auspicando un incontro ma, a tutt’oggi, non è arrivata nessuna risposta. “Come solito l’Asp di Enna continua a fare orecchie da mercante, costringendo le famiglie a sostenere spese non indifferenti, che si aggirano, mediamente, sui 600 – 700 euro mensili a seconda delle terapie imposte nel Piano terapeutico individuale dalla Neuropsichiatria infantile e dalla Psichiatria adulti. Molte delle famiglie associate non possiedono questi soldi per il pagamento anticipato delle terapie e , inoltre, i rimborsi avvengono, purtroppo e nel migliore dei casi, non prima di quattro, cinque mesi, come si evince dall’Albo Pretorio dell’ASP di Enna. Tale situazione veramente assurda ha portato molte famiglie ad interrompere le terapie o a diminuirne le ore di frequenza. “L’associazione chiede solo l’applicazione della legge, nulla di più, legge che prevede l’assunzione del pagamento diretto delle terapie. Il nostro timore è che, nella disperazione, alcune famiglie già segnate dolorosamente dalla sorte, possano giungere ad atti estremi. Chiediamo, pertanto, un confronto con il direttore generale, Mario Zappia, in modo tale da avere spiegazioni in merito e da cercare, attraverso l’ascolto dei bisogni, le soluzioni percorribili al fine di programmare l’assistenza per i nostri figli. Potremmo scrivere un libro, ma noi ci limitiamo a scrivere un articolo per sensibilizzare la popolazione e smuovere la coscienza di questi funzionari” conclude il presidente Davide Lo Presti. “Nessun problema ad incontrare l’associazione – dice il direttore generale, Mario Zappia – Personalmente non condivido le prestazioni a rimborso ma stiamo facendo i conti con il bilancio regionale di cui ancora non abbiamo notizia. L’asp di Enna è tra quelle che sforano l’0,4 per mille previsto dall’assessorato regionale . In questo momento, però, non mi sento di lasciare le famiglie senza alcuna prestazione seppure con un anticipo delle somme”.