Fece recuperare un reperto sul web, Cga, “ricompensa per ingegnere ennese”

I giudici del Cga di Palermo, estensore il consigliere Sebastiano Di Betta e presidente Ermanno De Francisco, con una sentenza, hanno dato ragione ad un ingegnere ennese, Giuseppe Rosario Biondi, presidente della sede di Enna dell’associazione SiciliAntica, che sarà ricompensato per aver contribuito al rinvenimento di un reperto storico dopo averlo riconosciuto in un’asta su Ebay.

La Regione negò la ricompensa

La soprintendenza e l’assessorato ai Beni culturali della Regione siciliana, a cui il professionista si era rivolto per il premio nel 2017 glielo negarono affermando che mancava un “rinvenimento materiale” senza contare che  il recupero avvenne fuori dai confini dell’Italia.

La scoperta nel 2009

La vicenda nasce nel 2009 quando Biondi scoprì  sul portale la vendita di una “lekanis centuripina”, un vaso risalente al II secolo a.C. trafugato e portato all’estero: il presidente delle sezione di Enna di SiciliAntica segnalò tutto ai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Palermo, fornendo immagini e link dell’asta.  Ne scaturì un’indagine che consentì il ritorno del vaso poi assegnato al museo archeologico regionale di Centuripe.

Il pronunciamento dei giudici

Il Tar Catania, a cui il ricorrente si era rivolto in primo grado, aveva in parte accolto le istanze del professionista ma la Regione ha presentato appello al Cga, la cui sentenza adesso crea un importante precedente.

Le motivazioni dei giudici

“Il premio – si legge nel dispositivo – di rinvenimento va riconosciuto non solo in presenza di un materiale contatto con l’oggetto, ma anche quando il contributo del privato sia stato decisivo per il suo recupero, attraverso una attività di denuncia e cooperazione che abbia svolto un ruolo causale nell’azione amministrativa”.

Inoltre, “Il signor Biondi, pur non rivestendo alcun ruolo istituzionale, né essendo titolare di rapporti convenzionali con l’amministrazione, ha agito nella veste di privato cittadino animato da senso civico, documentando in modo puntuale l’esistenza di un bene archeologico in vendita sul mercato digitale e fornendo indicazioni decisive per la sua identificazione e localizzazione”