Il tempo scorre inesorabilmente e se la questione Pergusa rimane ferma con le quattro frecce, il Consorzio Autodromo continua a tenere banco anche sotto gli ombrelloni estivi. Com’era prevedibile le forze politiche non sono riuscite a risolvere il problema e la revoca della liquidazione in corso sembra essere la soluzione più sbrigativa.
I due Enti principali (Libero consorzio comunale e Comune) hanno infatti preferito abbandonare la strada della Fondazione “Lago di Pergusa” offerta dalla Regione con apposita legge, ritenendola troppo complessa, a vantaggio di un acrobatico ritorno al passato. L’accelerazione sembra dovuta ad un parere rilasciato dalla stessa Regione su richiesta del Comune di Enna, a tenore del quale non è possibile costituire nuovi modelli associativi per la gestione associata di funzioni.
Tale interpretazione della normativa non ci convince perché la Regione non discrimina tra Consorzi di funzioni e Consorzi di servizi. Invero, da una lettura completa delle normative statali e regionali su questo tema di contenimento della finanza pubblica, emerge chiaramente che il divieto in questione si riferisce ai soli Consorzi di funzioni per i quali il legislatore statale ne aveva già imposto la soppressione e non anche ai Consorzi di servizi, a cui appartiene il Consorzio Autodromo di Pergusa, che sono soggetti al regime delle aziende speciali e, quindi, all’obbligo di pareggio di bilancio da perseguire attraverso l’equilibrio dei costi e dei ricavi.
Allorquando furono approvate queste normative vi fu un ampio dibattito sulla differenza tra Consorzi di funzioni e Consorzi di servizi risolto dalla Corte dei Conti prima e dallo stesso legislatore dopo. Basterebbe rispolverarlo prima di avventurarsi in soluzione rabberciate e di comodo.