Educare alla salute: incontri sulla prevenzione delle malattie infettive, concluso il progetto

Si è concluso a Catania alla Casa Circondariale di Piazza Lanza il ciclo di incontri dal titolo “Educare alla Salute: Incontri sulla prevenzione delle malattie infettive”, un progetto di sensibilizzazione alla tutela della salute contro le malattie trasmissibili e sessualmente trasmissibili, dedicato agli studenti delle scuole superiori e ai detenuti delle Case Circondariali siciliane, con l’obiettivo di affrontata il tema sull’importanza della prevenzione, la conoscenza dei meccanismi di contagio e la necessità di abbattere il pregiudizio e la disinformazione. Ideato da AJS Connection srl con il contributo incondizionato di Gilead Sciences, il progetto è stato patrocinato dal DASOE Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana, da Federsanità Anci Sicilia e dell’ARNAS Garibaldi di Catania. Un progetto itinerante, dunque, finalizzato a fare maggiore chiarezza sulle dinamiche di trasmissione di virus e di batteri specifici, a comprendere come prevenire il contagio in differenti tipologie di malattie trasmissibili, come l’HIV, la sifilide, la gonorrea, le epatiti, il papilloma virus, e altri ancora.

Le città coinvolte nel progetto “Educare alla Salute” sono state Augusta, Catania, Enna, Palermo e Ragusa, grazie all’ampia disponibilità sia dei dirigenti scolastici sia dei direttori delle Case Circondariali. In particolare, grazie alla sensibilità dell’’Assessore Giovanni Iacono del Comune di Ragusa, il progetto è stato inserito nel calendario di eventi “Ragusa in Salute: percorsi di prevenzione e benessere” che il Comune Ibleo ha organizzato con l’obiettivo di affrontare in maniera ampia temi di comune interesse, mettendo in risalto l’importanza della prevenzione per ciascun cittadino. In tutte le sedi, scuole e carceri, i seminari hanno visto una nutrita partecipazione di studenti, di detenuti e del personale penitenziario. Il format proposto è stato il medesimo in ogni incontro, iniziando con la proiezione del cortometraggio “Io e Freddie: una specie di magia”, strumento di comunicazione sanitaria tratto dai romanzi “Una specie di magia” e “Chi vuol vivere per sempre” di Francesco Santocono, dirigente per la comunicazione dell’Arnas Garibaldi di Catania, che ha permesso di affrontare il tema delle malattie trasmissibili, soprattutto quello dell’HIV, con maggiore efficacia. Al termine della proiezione i relatori e infettivologi hanno illustrato in maniera semplice ma efficace le differenze tra le diverse malattie trasmissibili, se di origine batterica o virale, come proteggersi, quali azioni di prevenzione adottare, come curarsi. Il dibattito che ne è seguito è sempre stato ricco e partecipato, molte e interessanti le domande rivolte sia da parte degli studenti, sia da parte dei detenuti agli esperti che si sono alternati nei vari incontri e che hanno saputo coniugare rigore scientifico e chiarezza divulgativa. Tra i relatori il Dr. Bruno Cacopardo Direttore UOC Malattie Infettive dell’ARNAS Garibaldi; il Dr. Salvo Cacciola sociologo e presidente Aies Sicilia; la Prof.ssa Manuela Ceccarelli infettivologa; il Dr. Luigi Guarneri Direttore UOC Malattie Infettive PO di Enna; il Dr. Fabrizio Pulvirenti Direttore UOC Malattie Infettive PO di Gela; Dr.ssa Liliana Rapisarda infettivologa Asp Catania; la Dr.ssa Antonella Di Rosolini infettivologa, il Dr. Francesco Santocono Direttore Comunicazione Arnas Garibaldi di Catania, la Dr.ssa Amanda Succi Responsabile del progetto.

Le tappe nelle carceri siciliane sono state rese possibili grazie alla sensibilità e alla collaborazione delle direzioni penitenziarie e degli educatori alla salute:·Direttore Angela Lantieri e Vice Direttore Francesca Fioria (Casa di Reclusione di Augusta); Direttore Ignazio Santoro e la Dr.ssa D’Amore (Casa Circondariale di Enna); Direttore Santo Mortillaro e la Dr.ssa Noto (Casa Circondariale di Ragusa); Direttrice Nunziella Di Fazio (Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza”) con la collaborazione della Dr.ssa Liliana Rapisarda. Mentre per le scuole hanno voluto dare adesione all’iniziativa la Prof.ssa Anna De Francesco dirigente dell’I.I.S. G. De Felice (CT); la Prof.ssa Brigida Morsellino dirigente dell’I.S.I.S. Duca degli Abruzzi (CT); la Prof.ssa Antonella Panarello dirigente del CPIA di Via Velletri (CT) e il Prof. Vito Pecoraro dirigente dell’I.P.S.S.E.O.A Pietro Piazza di Palermo.

Secondo recenti statistiche, nelle carceri italiane un’elevata percentuale di detenuti ha una malattia infettiva (epatite, Hiv, tubercolosi, sifilide) e, uno su tre non è consapevole del proprio stato di salute. L’infezione da Hiv e le epatiti sono ampiamente diffuse, con prevalenze che possono arrivare fino a 10 volte rispetto a quelle rilevabili nella popolazione generale a seconda della composizione demografica presente negli Istituti penitenziari. Inoltre, recenti studi hanno evidenziato che, così come succede nella società civile, anche all’interno del carcere il virus dell’HIV e delle epatiti sta progressivamente perdendo quella caratterizzazione terrorizzante che aveva assunto negli anni Ottanta e Novanta. La minor paura, tuttavia, non deriva da una maggiore conoscenza di come si può contrastare la malattia, né da maggiori conoscenze sulla sostanziale innocuità del virus nella convivenza quotidiana, che invece genera ancora timori per ragioni del tutto errate. Il semplice fatto che in questi anni non si sia più parlato, ad esempio, di Hiv e delle epatiti ha soltanto allontanato il problema, lasciando sottotraccia vecchi timori e pregiudizi. Una maggiore consapevolezza sulle vie di contagio, dunque, è essenziale per saper affrontare correttamente la prevenzione dai virus e batteri relativi alle malattie trasmissibili o di poter affrontare nel modo più sicuro ed efficace le eventuali conseguenze.

Il progetto “Educare alla salute” si conferma così un modello replicabile di educazione alla prevenzione sanitaria, che mette al centro la persona, il diritto alla salute e il potere della conoscenza. Le prossime tappe continueranno a toccare scuole e istituti penitenziari della Sicilia, con l’obiettivo di costruire una cultura della prevenzione più diffusa, consapevole e inclusiva.