Aborto, no del Governo ai medici non obiettori Rapè, “garantire diritto di scelta delle donne”

di Giacomo Lisacchi

“Esprimo la mia ferma contrarietà alla decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge regionale, proposta dal gruppo parlamentare del Partito Democratico, e approvata lo scorso maggio dall’Assemblea Regionale Siciliana, che introduce l’obbligo di assunzione di personale medico non obiettore nelle strutture sanitarie pubbliche dell’Isola. È particolarmente grave che questa scelta arrivi da un Governo guidato da una donna, Giorgia Meloni, che mostra così di non voler difendere un diritto acquisito e tutelato per legge dalle donne italiane”. E’ quanto dichiara la segretaria provinciale del Partito Democratico, Katya Rapè.

Le parole di Rapè

“Questa norma –precisa Rapè- non toglie nulla a nessuno: non penalizza i medici obiettori, ma garantisce ciò che la legge 194 già prevede da oltre quarant’anni e cioè il diritto delle donne a scegliere, nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge, e a trovare nelle strutture pubbliche personale in grado di assicurare concretamente il servizio di interruzione volontaria della gravidanza”.

I dati

La segretaria Pd contesta duramente le motivazioni del governo nazionale e snocciola alcuni dati inequivocabili: “In Sicilia, solo il 47,3% degli ospedali con reparto di ostetricia e/o ginecologia garantisce l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, contro una media nazionale del 61,1%. In molte province l’obiezione di coscienza tra i ginecologi supera il 90%, rendendo di fatto impraticabile un diritto sancito per legge. Impugnare questa norma significa ignorare un problema strutturale che da anni penalizza soprattutto le donne del Sud, costringendole a spostamenti lunghi e umilianti o, peggio, a rinunciare a un diritto fondamentale”.

La sfida del Pd

La segretaria provinciale Dem annuncia infine battaglia: “Come Pd ennese difenderemo con determinazione questa legge, convinti della sua piena legittimità giuridica e della sua necessità etica. Saremo al fianco di chi, nelle istituzioni e nella società civile, lavora per garantire pari diritti e un sistema sanitario pubblico che non lasci indietro nessuno. Il diritto alla salute e alla dignità delle donne non può essere sacrificato sull’altare delle ideologie. Noi non arretriamo di un passo”.