La diga Ancipa spremuta come un limone, senza piogge tornerà la crisi
Troina - 15/08/2025
Si chiede troppo al serbatoio Ancipa di Troina? A giudicare dalle funzioni che, nel corso degli anni,
gli sono state attribuite, sembra proprio di sì. E che possa assolverle tutte contemporaneamente, comincia
ad essere problematico.
La storia della diga
Costruito negli anni 1949-1952 dall’allora Ente Siciliano di Elettricità e dalla Cassa del Mezzogiorno a scopi idroelettrici e ed irrigui, è diventato nel corso degli anni un invaso strategico per l’alimentazione idropotabile di tutta la provincia di Enna oltre che di una parte della Sicilia centro- meridionale, modificando radicalmente la sua funzione originaria prevalente. La diga Ancipa, del tipo a gravità alleggerita, dal 1962 di proprietà di Enel Green Power, sbarra il corso del fiume Troina, affluente di
destra del fiume Simeto, ed è l’organo di regolazione stagionale dei deflussi del fiume Troina e dei bacini
allacciati dei torrenti Schicciomira, Cicogna, Bracallà, Finocchio e Sant’Elia.
Il volume dell’invaso
I deflussi di questi torrenti vengono captati e convogliati mediante la galleria di gronda che sbocca sulla sponda sinistra dell’invaso, poco distante dalla diga. Il volume dell’invaso è di 30,4 milioni di metri cubi, ma il volume utile di regolazione è 27,8 milioni di metri cubi. In tempi normali, senza siccità, l’invaso si riempie tre volte l’anno.
Questo significa che, sempre in condizioni normali, nell’invaso dell’invaso dell’Ancipa transitano
complessivamente circa 90 milioni di metri cubi d’acqua. Parte di quest’acqua, attraverso una galleria di
derivazione in pressione, viene inviata all’impianto di potabilizzazione che gestisce Siciliacque. Ma con i
cambiamenti climatici in atto, che ci procurano frequenti siccità, il volume di acqua diminuisce al punto tale che non può bastare per fornire acqua agli abitanti dei comuni della Sicilia centro-meridionale, come è già accaduto nei mesi di novembre e dicembre dello scorso anno.
La capienza a luglio
A luglio di quest’anno, ce n’erano 24,18 milioni. Ma se non piove e si continua comunque a prelevare acqua per uso potabile, magari per non compromettere la stagione turistica, per produrre energia elettrica nelle centrali di Troina, Grottafumata Contrasto, Paternò e Barca, ed i irrigare, con lo scarico dei volumi turbinati, i giardini della Piana di Catania, la situazione dello scorso anno si ripeterà a ottobre-novembre di quest’anno. E allora, che fare?