Crollo demografico, studio di Confindustria, “nel 2050 solo 11,2% sarà under 14”
news - 23/10/2025
E’ una fotografia drammatica sul futuro dell’Italia quella scattata da Confindustria e illustrata nel pomeriggio nella prima giornata dell’Education & Open Innovation Forum al Teatro Massimo di Siracusa. “Entro il 2050, soltanto l’11,2% della popolazione avrà meno di 14 anni” si legge nel rapporto elaborato da Confindustria che paventa un futuro tutt’altro che roseo, anzi la prospettiva è una vera glaciazione. Gli imprenditori, per natura, sono ottimisti e così, esposta la diagnosi, presentano la cura.
Il piano di Confindustria
Confindustria ha presentato “11,2 obiettivi per un futuro ancora da scrivere”, un documento strategico che mette al centro il tema del capitale umano in Italia. Sono le tre direttive strategiche: rigenerare chi nasce e studia in Italia; attrarre chi vuole formarsi e lavorare in Italia, e trattenere e riportare chi può innovare il Paese
Come frenare il crollo demografico
Il crollo demografico è il nodo cruciale e secondo Confindustria, l’Italia rischia di perdere oltre 5 milioni di studenti entro il 2050. Per invertire questa tendenza, Confindustria propone una strategia di rigenerazione demografica e sociale: politiche abitative e comunitarie; piani casa per giovani, housing e co-housing, incentivi per aree a rischio spopolamento; servizi educativi universali, tra cui asili nido e scuole dell’infanzia compatibili con i tempi di lavoro; empowerment femminile, come sportelli di generatività per conciliare carriera, formazione e famiglia; scuola aperta e orientamento precoce: percorsi Stem già dalla primaria e iniziative di edutainment.
La migrazione
In merito alla seconda direttrice, connessa alla migrazione, secondo Unioncamere–Excelsior, entro il 2028 l’Italia avrà bisogno di 640.000 lavoratori immigrati qualificati. “La sfida non è “importare manodopera”, ma formare – spiegano da Confindustria – e integrare capitale umano. Le azioni chiave: corridoi formativi-lavoro nel Mediterraneo: percorsi tecnici e linguistici in loco, collegati con imprese italiane e ITS; ITS e Università ambasciatori del Made and Educated in Italy; Open Innovation e cooperazione industriale: rafforzare Open Innovation Lab, progetti congiunti su AI, green tech, biotech e manifattura avanzata; soluzioni di affordable housing (edilizia sostenibile) per studenti e lavoratori stranieri. L’obiettivo è trasformare la migrazione in una leva di cooperazione e sviluppo, facendo dell’Italia un hub di formazione e innovazione.
Arrestare la fuga dei cervelli
Il terzo punto è quello di trattenere e far rientrare i talenti. Negli ultimi 10 anni, come emerge nello studio di Confindustria, oltre 337.000 giovani italiani, di cui 120.000 laureati, secondo dati Istat, hanno lasciato il Paese.
“Confindustria punta a invertire la rotta – spiega lo studio di Confindustria – con politiche di rientro e di valorizzazione interna: ecosistemi di innovazione: reti tra università, imprese e centri di ricerca; programmi di rientro e fiscalità intelligente: incentivi per ricercatori, startupper e professionisti; imprenditorialità giovanile e femminile: incubatori, percorsi finanziari e venture capital; competenze STE(A)M e digitali: voucher per PMI, mentorship e borse di studio per studentesse”.
L’orientamento al lavoro
Un altro punto chiave è l’orientamento veloce al lavoro, infatti secondo Confindustria, è necessario “ridurre il mismatch tra domanda di competenze e offerta formativa: che tocca il 48% (Unioncamere Excelsior) e ha un costo attuale di oltre 40 miliardi. Serve avvicinare i giovani alle discipline STEM e al mondo delle imprese, proporre percorsi di orientamento già alle scuole elementari (con giochi didattici), più orientamento alle scuole medie (anche con dispositivi tecnologici), visite in azienda, micro-stage e job shadowing”.
Le imprese giovanili e femminili
Fondamentale per Confindustria favorire l’mprenditorialità giovanile e femminile. In Italia il 70% degli under30 ha avviato o vuole avviare un’impresa (Eurobarometer) ma sempre meno giovani ci riescono. In 10 anni si è passati dal 10,5% all’8% di imprese under 35 in Italia. “Serve sviluppare – dice il rapporto di Confindustria – una cultura dell’imprenditorialità già dai percorsi scolastici e universitari, con strumenti concreti di sostegno all’avvio di impresa e all’autoimprenditorialità giovanile e femminile. Ad esempio, scuole di imprenditorialità già dalle scuole superiori, prendendo come modello gli ITS; una maggiore collaborazione con le Università, soprattutto come trasferimento tecnologico; con il supporto delle istituzioni un sistema con veri e propri “Business Angels”, imprenditori esperti che possano accompagnare i ragazzi nel percorso d’impresa”.
Il protocollo
Confindustria e Ministero Lavoro hanno sottoscritto a Siracusa un protocollo d’Intesa per potenziare la piattaforma nazionale del lavoro SIISL, Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale, e favorire l’occupazione. A firmarlo il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, in occasione dell’Education e Open Innovation Forum di Ortigia. Da parte sua, Confindustria si impegna a raccordare la rete di enti che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ad accogliere candidature e proposte provenienti dalla piattaforma SIISL, a partecipare a programmi di formazione, tirocinio o inserimento lavorativi