Le banche lasciano Enna, a Barrafranca un solo sportello che rischia di chiudere

In Sicilia 374mila persone non hanno accesso ai servizi bancari e altre 548mila hanno a disposizione un solo sportello. 1 milione di siciliani sono a forte rischio di esclusione sociale. Il risiko bancario potrebbe far aumentare la chiusura di sportelli.  E’ quanto emerge nel report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl elaborato su dati Banca d’Italia e Istat al 30 settembre 2025.

La situazione in Sicilia

Nello scorrere le cifre, l’indice di desertificazione parziale vede le province di MessinaEnnaPalermoAgrigentoTrapani e Catania occupare le posizioni medio basse della classifica. Migliore invece l’offerta finanziaria nelle province di RagusaSiracusa, Caltanissetta. Unicredit e Intesa Sanpaolo sono gli istituti di credito che hanno chiuso più sportelli.

La desertificazione nei Comuni, allarme a Barrafranca

Nell’analizzare i territori, comuni popolosi come Aci Sant’Antonio, Santa Flavia, Altavilla Milicia, Misiliscemi, San Pietro Clarenza, Valverde, Solarino, Santa Maria di Licodia, Torregrotta, Borgetto, Rometta, Custonaci non hanno una banca. A rischio desertificazione altri importanti centri come Aci Catena, Tremestieri Etneo, Villabate, Pedara, Mascali, Melilli, Ficarazzi, Motta Sant’Anastasia, Barrafranca, Cinisi, Casteldaccia, San Gregorio di Catania che di sportelli bancari ne hanno appena uno.

Le considerazioni della Cisl

“Il risiko – dice il Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani – sta modificando la geografia del sistema bancario italiano. Gli effetti sui territori iniziano già a manifestarsi con evidenza. Dopo l’acquisizione di Popolare di Sondrio, il Gruppo Bper ha annunciato la chiusura di 90 sportelli. Le conseguenze di un’integrazione tra le reti di Crédit Agricole Italia e Banco Bpm potrebbero essere però molto più gravi. Un’operazione straordinaria tra queste due banche porterebbe infatti alla costituzione della terza rete per numero di filiali, con sovrapposizioni rilevantissime in alcuni territori che fornirebbero il pretesto per nuovi pesanti tagli all’occupazione. È una prospettiva alla quale ci opponiamo con decisione.

“La desertificazione bancaria – prosegue il Segretario generale First Cisl Sicilia, Fabio Sidoti – è una seria minaccia all’economia siciliana perché innesca una spirale negativa che genera spopolamento, rinuncia agli investimenti, chiusura di attività, riduzione del reddito e complica la vita di famiglie e imprese. Se penso al periodo del Covid, le banche rimanevano aperte perché considerate erogatrici di servizi essenziali. Ciò che valeva allora oggi è evaporato. E’ preoccupante come il fenomeno non abbia freni. Se guardo all’immediato futuro non posso che essere preoccupato. Il risiko bancario avanza, i contatti tra Credit Agricole e Bpm non ci lasciano tranquilli perché un’eventuale fusione genererebbe la sovrapposizione di sportelli con conseguente razionalizzazione e chiusura degli stessi. In Sicilia le due banche hanno 120 agenzie, parecchie delle quali operano nello stesso territorio”.