Imu 2025, oggi scade il saldo, Enna resta tra i capoluoghi più “leggeri” d’Italia

Enna si conferma tra i capoluoghi italiani dove il saldo dell’Imu pesa meno sulle tasche dei contribuenti. Con una rata media di 460 euro, la città più alta della Sicilia si colloca stabilmente nella fascia più bassa della classifica nazionale in vista della scadenza di oggi per il saldo dell’Imu 2025, che interessa circa 25 milioni di contribuenti già chiamati a versare l’acconto lo scorso giugno.

Lo studio della Uil

Palermo risulta addirittura la città meno cara d’Italia: nel capoluogo regionale il saldo medio si ferma a 195 euro, secondo lo studio elaborato dalla Uil sulla base delle aliquote comunali e dei valori catastali. In Sicilia, insieme a Palermo ed Enna, si collocano, come indicato dall’agenzia AGI, nella fascia bassa anche altri centri medio-piccoli, mentre i grandi capoluoghi metropolitani registrano importi decisamente più elevati.

Il confronto con le altre città italiane

La fotografia siciliana mostra così una forte differenza interna: se da un lato Enna e Palermo rappresentano esempi di pressione fiscale contenuta sugli immobili diversi dall’abitazione principale, dall’altro il confronto con le grandi città italiane evidenzia un divario netto. A Roma, ad esempio, il saldo Imu medio sulla seconda casa raggiunge 1.749 euro, mentre a Milano si attesta a 1.479 euro e a Venezia a 1.168 euro. La media nazionale del saldo è pari a 488 euro, quasi il doppio rispetto a Palermo e comunque superiore al dato ennese.

Ecco perché si paga meno a Enna e Palermo

Perché Enna e Palermo pagano meno? Le ragioni sono strutturali e certificate dai dati ufficiali. In primo luogo incidono i valori catastali medi, sensibilmente più bassi rispetto a quelli delle grandi aree metropolitane del Centro-Nord. Poiché la base imponibile dell’Imu deriva dalla rendita catastale rivalutata, immobili con valori storicamente contenuti generano automaticamente un’imposta più leggera.

A questo si aggiunge la scelta delle aliquote comunali. Molti enti locali del Mezzogiorno, anche per tenere conto di un tessuto economico più fragile e di un mercato immobiliare meno dinamico, applicano aliquote inferiori rispetto ai Comuni con maggiore capacità fiscale. Una strategia che punta a non aggravare ulteriormente il carico su famiglie e proprietari, spesso lavoratori dipendenti o pensionati: secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, infatti, oltre il 41% dei contribuenti Imu rientra proprio in queste categorie.

Il gettito fiscale

Nel complesso, il saldo Imu 2025 dovrebbe garantire allo Stato e ai Comuni un gettito stimato in circa 11 miliardi di euro, su un totale annuo che supera i 19 miliardi. Ma la mappa della tassazione immobiliare continua a somigliare a una vera e propria “lotteria fiscale”, dove la città in cui si possiede un immobile fa la differenza più del valore reale della casa.

In questo scenario, Enna e Palermo emergono come eccezioni virtuose in un panorama nazionale segnato da forti disuguaglianze territoriali. Un dato che, alla vigilia della scadenza, restituisce l’immagine di una Sicilia in cui almeno sul fronte dell’Imu alcune realtà riescono a mantenere una pressione fiscale tra le più basse d’Italia.