Sanità, Spada attacca l’assessore Faraoni: “Liste d’attesa insostenibili anche nell’Ennese”

Le liste d’attesa nella sanità siciliana restano una ferita aperta che continua a colpire migliaia di cittadini, anche nell’Ennese. Un problema di portata regionale, ma con ricadute quotidiane sui territori interni, dove l’accesso alle prestazioni sanitarie risulta spesso ancora più complesso. È su questo tema che si è acceso lo scontro all’Assemblea Regionale Siciliana tra l’opposizione e il Governo Schifani, con l’intervento critico del deputato regionale del Partito Democratico, Tiziano Spada.

“Si muore per le liste d’attesa”

«In Sicilia si muore per le liste d’attesa ed è inconcepibile che si continui a parlare di efficienza», ha dichiarato Spada intervenendo in Aula, contestando la linea dell’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni. «I cittadini siciliani e dell’Ennese, come quelli del resto dell’Isola, convivono con ritardi cronici per visite, esami diagnostici e referti. Non si può far finta che il problema non esista».

Secondo il deputato dem, le difficoltà sono particolarmente evidenti e le aree interne sono penalizzate per via della carenza di personale sanitario che riduce l’offerta ospedaliera. «Quando una prenotazione richiede mesi, se non anni, il diritto alla salute viene di fatto negato», ha sottolineato Spada.

Il nuovo sistema regionale per ridurre le attese

Nel corso del dibattito parlamentare, l’assessore Faraoni ha rivendicato l’adozione di nuovi strumenti organizzativi per accorciare le liste d’attesa. Tra questi, la Regione Siciliana ha avviato un sistema di governo centralizzato delle prenotazioni, basato su un CUP unico regionale, sull’attivazione di agende di prestazioni aggiuntive, sull’estensione degli orari di apertura e sul maggiore utilizzo delle strutture private accreditate, come previsto anche dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa e dal decreto ministeriale recepito nel 2024.

Inoltre, sono stati introdotti percorsi prioritari per le prestazioni urgenti e oncologiche, con l’obiettivo di garantire tempi certi per le diagnosi e le cure, e sistemi di monitoraggio affidati alle Asp per verificare il rispetto dei tempi massimi stabiliti.

Misure che, tuttavia, secondo Spada, restano in larga parte inefficaci sul piano pratico. «Sulla carta i percorsi esistono, ma la realtà è ben diversa. I fatti di cronaca ci raccontano di cittadini che attendono mesi un referto o non riescono nemmeno a contattare il CUP. Questo accade anche in province come Enna, dove le alternative sono limitate e spostarsi diventa spesso l’unica soluzione».

“Serve un cambio di passo reale”

Il deputato regionale del PD ha richiamato il Governo a un atteggiamento più aderente alla realtà quotidiana dei pazienti. «Da tecnico, Faraoni ha operato bene in passato, ma oggi ricopre un ruolo politico e deve assumersi la responsabilità di ciò che accade. Non si possono sbandierare risultati mentre i cittadini continuano a pagare il prezzo dei ritardi, soprattutto i più fragili».

Spada conclude con un appello: «La sanità non può essere terreno di propaganda. Se non si cambia approccio e non si ascoltano le segnalazioni che arrivano dai territori e dalle opposizioni, si continuerà a brancolare nel buio. E, purtroppo, a farne le spese saranno ancora una volta i siciliani, anche nell’Ennese»