L’inchiesta sulla corruzione nella sanità, Cuffaro resta ai domiciliari

Il Tribunale del riesame di Palermo ha confermato le misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità siciliana condotta dalla Procura del capoluogo. I giudici hanno respinto il ricorso presentato dall’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore “Totò” Cuffaro, che rimane agli arresti domiciliari. La difesa, rappresentata dagli avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano, aveva chiesto la revoca del provvedimento, ritenendolo non più necessario.

Le accuse

Cuffaro è indagato in un procedimento che ipotizza un sistema di appalti pilotati e irregolarità nei concorsi pubblici all’interno di aziende sanitarie e strutture ospedaliere dell’Isola. Nello stesso filone investigativo, il Tribunale ha rigettato anche il ricorso presentato per Vito Raso, autista dell’ex governatore, confermando nei suoi confronti la misura interdittiva già disposta.

L’altra decisione del Riesame

Sempre ieri, il Tribunale della libertà di Palermo ha esaminato un altro ricorso legato alla stessa inchiesta, quello presentato dagli avvocati Massimo Motisi e Giuseppe Di Stefano per Roberto Colletti, ex manager delle aziende ospedaliere Villa Sofia e Civico. Anche in questo caso, i giudici hanno deciso per il rigetto dell’istanza, lasciando invariata la misura degli arresti domiciliari.