Enna. Accerati i fatti durante il processo sulla morte di un operaio di Piazza Armerina

Enna. Prosegue il processo per la morte di un operaio di Piazza Armerina, colpito dalla benne di un escavatore, “Rausa è morto perche colpito alla testa dalle benna dell’escavatore, non ci possono altre versioni”. A dichiararlo il consulente medico legale della difesa, che ha deposto al processo per la morte bianca di Salvatore Rausa, operaio edile di 44 anni che morì mentre stava lavorando in un terreno di contrada Torre di Pietra il 14 febbraio 2008. Salvatore Rausa quel giorno, mentre lavorava vicino all’escavatore, fu colpito una prima volta dal braccio meccanico rovinando all’interno di un fosso, dove poi fu travolto dalla massa di terreno scaricata dallo scavatore e poi, secondo un consulente del pm, versione che vede d’accordo anche il consulente della difesa, il decesso sarebbe avvenuto per il tentativo successivo di rianimarlo. Lo scavatorista tentò di tirarlo fuori dal fosso ma lo colpì di nuovo, involontariamente, in maniera mortale. Gli imputati di questo processo sono il titolare di una ditta individuale, Giuseppe L. di 51 anni, e l’escavatorista Massimiliano C., 36 anni. I due sono difesi dall’avvocato Sinuhe Curcuraci. In aula sono parte civile la moglie e le tre figlie di Rausa, assistite dall’avvocato Pietro Marino; e l’Inail di Enna, rappresentata dall’avvocato Giovanni Consolo. Sono stati citati come responsabili civili il legale responsabile di un’altra ditta e un’assicurazione, assistiti dagli avvocati Norberto Liggieri e Giuseppe Gioia. In aula, hanno deposto due testi: il consulente della difesa e un ispettore del lavoro, che ha parlato di presunte violazioni della sicurezza nei luoghi di lavoro. La difesa ha rinunciato all’esame degli imputati, di cui sono state acquisite solo le dichiarazioni rese nell’immediatezza dell’incidente mortale. Il 26 marzo saranno sentiti gli ultimi tre testimoni della difesa, prima della sentenza.