Annullata misura cautelare a Roberto Palumbo tecnico responsabile della discarica Val Dittaino

Il tribunale del Riesame di Catania ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Roberto Palumbo, 52 anni, ingegnere, responsabile tecnico della discarica gestita da Sicilia Ambiente Spa della Val Dittaino, e ne ha disposto la remissione in libertà.
Il nodo centrale della decisione del riesame etneo riguarda però l’annullamento del capo di imputazione più grave contestato, che è l’associazione per delinquere. Accogliendo il ricorso del difensore di Palumbo, avvocato Angela Anello, che ha contestato la sussistenza di elementi a conferma di questa ipotesi, il Riesame ha annullato la misura cautelare. Disposta una misura di firma anche in considerazione del fatto che all’ingegnere Palumbo sono contestate le ipotesi di truffa e traffico illecito di rifiuti, due ipotesi che da sole non avrebbero determinato, senza l’accusa di reato associativo annullata dal riesame, la misura cautelare degli arresti domiciliari. La difesa che definisce il coinvolgimento di Palumbo “frutto di un equivoco”, si dice serena di dimostrare l’estraneità dell’indagato anche da queste ipotesi.
Palumbo è stato indagato con Gaetano La Spina, 44 anni, coordinatore del sito di compostaggio, del Dittaino, nell’ambito dell’operazione “Nuova Ionia” condotta dalla Dia di Catania con polizia, carabinieri e Guardia di finanza che, lo scorso 10 gennaio, ha portato a 27 ordinanze di custodia cautelare. A carico di Sicilia Ambiente Spa, come anche di altre due società etnee attive nella gestione dei rifiuti la Direzione distrettuale antimafia etnea ha anche fissato un’udienza per la contestazione della responsabilità amministrativa da reato che è prevista per le persone giuridiche.
L’indagine della Dia di Catania avrebbe fatto luce sulle infiltrazioni mafiose nel ciclo dei rifiuti e nelle stesse società che gestiscono il servizio per conto degli Ato. I due tecnici ennesi sono stati indagati per l’ipotesi di smaltimenti fittizi di rifiuti che potrebbero essere avvenuti anche nel centro di compostaggio del Dittaino. L’inchiesta che si è comunque incentrata sul catanese, avrebbe accertato, per l’aspetto che riguarderebbe i due indagati dell’Ennese la falsificazione dei formulari della raccolta e conferimento in discarica dell’umido e della differenziata, che sarebbe avvenuto per simulare l’efficienza del servizio.