Macellazione clandestina, 33 misure cautelari sui Nebrodi
Enna-Cronaca - 15/12/2016
La polizia ha eseguito ieri 33 misure cautelari nel territorio del Parco dei Nebrodi nell’ambito dell’indagine “Gamma interferon” che ha fatto luce su una presunta filiera illegale di ingenti quantitativi di carne destinata al consumo.
Cinquanta complessivamente le persone indagate, tra loro allevatori e macellai, affiancati da medici veterinari in servizio presso l’Asp di Sant’Agata Militello, ciascuno con un preciso ruolo nell’organizzazione di una filiera illegale e clandestina delle carni parallela a quella certificata. Tra gli indagati raggiunti da avviso di garanzia per favoreggiamento, abuso e falso, anche il sindaco del Comune di Floresta Sebastiano Marzullo, nella sua veste di veterinario dell’Asp di Sant’Agata, il comandante della polizia municipale del comune di Alcara Li Fusi Nicolò Oriti Titi, il sostituto commissario di polizia di Tortorici Vincenzo Saporito.
Le misure cautelari sono state emesse dal Gip presso il Tribunale di Patti, Andrea La Spada, su richiesta del Sostituto Procuratore Francesca Bonanzinga.
Sono finiti in carcere gli allevatori Biagio Salvatore Borgia, 20 anni e Nicolino Gioitta, di 48; ai domiciliiari Tindaro Ferraro, di 34, Carmelo Ferraro, di 36, Tindaro Ninone Agostino, di 45, Carmelo Gioitta, di 44, Antonino Pinto Ravì, di 57, Fortunata Grasso, di 41, Sebastiano Runzo Calanna, di 50, Antonino Calanna, di 51, Salvatore Artino Inferno, di 37. Obbligo di dimora nei comuni di residenza per Sebastiano Conti Mammamica, di 45, Carmelo Galati Massaro, di 42, Giancarlo Fontana, di 26, Antonino Faraci Treonze, di 33, Antonino Calcò, di 47, Giuseppe Calcò Labbruzzo, di 36, Giovanni Girbino, di 38, Claudio Aurelio Paterniti, di 48, Nicola Faraci Ciaramira, di 33, Vincenzo Maenza, di 47, Tommaso Blandi, di 46, Giuseppe Oddo, di 35, Nicolò Calanna, di 40, Luigi Vieni, di 59, Filadelfio Vieni, di 30, Sebastiano Musarra, di 40, Salvatore Musarra, di 46. Divieto di dimora per Alberto Paterniti, di 53. Sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per i veterinari Nicolò Maimone, di 53, Carmelo Scilla, di 66, Onofrio Giglia, di 43.
«Un fatto gravissimo che fa luce su una situazione che ha messo a rischio la salute dei cittadini che inconsapevolmente hanno consumato carni ed alimenti spacciati per buona». La Cisl di Messina, con il segretario generale Tonino Genovese, segretario della Cisl Fp Calogero Emanuele e il delegato zonale Basilio Caruso, commentano così l’operazione della Polizia sui macelli clandestini nella zona dei Nebrodi.
Già lo scorso 6 giugno, alla vigilia della manifestazione di solidarietà al presidente dell’Ente Parco, Giuseppe Antoci, che i sindacati hanno organizzato a Cesarò, la Cisl con i suoi vertici regionali aveva posto l’accento sulla necessità di controlli approfonditi nella zona dei Nebrodi.
«Quello offerto da parte di dipendenti e funzionari pubblici lo riteniamo irresponsabile perché hanno messo a repentaglio la vita degli inconsapevoli consumatori. Il malaffare, la cattiva gestione, la mancanza di controlli e di verifica nel corso di questi anni sono stati scoperchiati grazie al lavoro oculato e puntuale delle forze dell’ordine e del Palazzo di giustizia».
Il sindacato lancia quindi un appello alle «Istituzioni pubbliche, soprattutto degli ambienti sanitari, perché assumano ogni iniziativa di verifica, controllo e provvedimenti di ripristino delle legalità, della trasparenza e gestione sana ed oculata della cosa pubblica».
Per la Cisl occorre dare garanzie e tutela alla parte buona del Paese e del nostro territorio che, fortunatamente, è rappresentata da una considerevole percentuale ma «che inconsapevolmente è ostaggio e succube dei comportamenti scellerati di dirigenti e funzionari di strutture pubbliche che meritano una giusta punizione».