Pietraperzia. Consiglio comunale: In stallo per il Prg

PIETRAPERZIA. Elemento forte del consiglio comunale di ieri è stato il problema del Piano Regolatore Generale. Si è preso atto che il consiglio è in una situazione di stallo e dopo quasi cinque anni di vita amministrativa il Piano Regolatore Generale è all’inizio delle procedure. Anche le indicazioni che sono state date al progettista ingegner Giorgio Bongiorno hanno bisogno di essere ridiscusse perché vi è un problema di armonizzazione con l’ambiente. Preso atto che il consiglio comunale sul Prg si è impallato, la dialettica tra i consiglieri è diventata molto stridente ed un attacco frontale è stato sferrato dai consiglieri Pietro Paternò e Pino Amico al presidente del consiglio Michele Bonaffini. Questi ha reso noto che le indicazione del Prg non sono state riportate in consiglio comunale – come richiesto dal progettista – perché ancora l’ufficio competente non aveva dato il parere sulla delibera.
A chiusura della vita amministrativa il Prg è ancora fermo. Una mozione in consiglio fu presentato dal consigliere Angelo Monachino, perché venisse revocato l’incarico al progettista. L’amministrazione comunale al momento del suo insediamento si è trovato un contenzioso con il progettista; il problema fu risolto con una transazione ma passarono due anni.
Nei consiglieri si è notata l’amarezza che i lavori per il Prg sono andati molto a rilento per lentezze burocratiche e perché è mancata la sinergia tra tutti gli uffici coinvolti.
Ormai il consiglio comunale sta per chiudere i battenti e quindi ci si avvia alla campagna elettorale che allo stato attuale presenta una situazione politica alquanto confusa, perché in tutti i partiti vi sono elementi di divisione e contrapposizione.
Si andrà alle elezioni con liste dove saranno superati gli steccati dei partiti politici. Certamente la classe politica è dilaniata da contrapposizioni e sentimenti di ostilità dove anche il concetto di rispetto di “dignità della persona” è completamente calpestato. Resta attuale l’aforisma di Hobbes “homo homini lupus” (L’uomo è lupo dell’alto uomo), che già due mila anni prima era stato coniato da Plauto.
Giuseppe Carà