Caso Rugolo, Messina all’arcivescovo di Catania, “prenda le distanze da Gisana”
Enna-Cronaca - 13/08/2025
Antonio Messina, l’archeologo ennese dalla cui denuncia è partita l’inchiesta sugli abusi sessuali nei confronti di don Rugolo condannato a 3 anni in Appello, ha scritto una lettera all’Arcivescovo di Catania, Luigi Renna, che il 15 agosto sarà a Piazza Armerina in occasione dei festeggiamenti in onore di Maria SS. delle Vittorie.
La lettera
In questa missiva, Messina chiede sostanzialmente di prendere le distanze dal vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, che è sotto processo per falsa testimonianza, insieme a monsignor Vincenzo Murgano, per le dichiarazioni rese al processo Rugolo in primo grado al Tribunale di Enna.
L’archeologo contesta sostanzialmente al vescovo, come avevano fatto i giudici di primo grado nelle motivazioni della sentenza, di aver voltato le spalle alle vittime delle violenze da parte di don Rugolo, ridotto allo stato laicale dal Tribunale ecclesiastico. Anche per questa circostanza, ne è scaturita una polemica: da una parte i legali di Gisana sostengono che il procedimento canonico è nato su input del vescovo di Piazza Armerina mentre Messina ed i suoi consulenti contestano tale ricostruzione.
La condanna verso gli abusi del clero
“Mi chiedo – si legge nella lunga lettera di Messina all’arcivescovo di Catania – quali parole e riflessioni rivolgerà al popolo diocesano il cui vescovo è oggi imputato per il reato di falsa testimonianza, finalizzata a tutelare il proprio modus operandi e il sacerdote Giuseppe Rugolo, condannato in primo e secondo grado per i reati di violenza sessuale ai miei danni e a quelli di altri minori. Le chiedo di spendere con forza, determinazione e senza ambiguità, parole di condanna verso gli abusi sessuali sui minori da parte del clero e di condanna verso le coperture ordite dai prelati atte a favorire, come scrivono gli stessi magistrati, l’azione predatoria di sacerdoti già oggetto di segnalazione”.
Le parole di monsignor Renna sui casi di abuso e su Gisana
L’archeologo ennese rispolvera l’intervista a Repubblica, rilasciata dall’arcivescovo di Catania il 14 dicembre dello scorso anno in cui monsignor Renna assicura di stare dalla parte delle vittime degli abusi sessuali da parte di esponenti del clero. “Bisogna denunciare e stare dalla parte delle vittime – si legge nello stralcio dell’intervista a Repubblica di monsignor Renna – la cui sofferenza va presa molto sul serio, anche se con il rispetto che merita ogni persona che ha sbagliato: il diritto alla verità. Fino all’esito di un processo non possiamo condannare nessuno. Anche nel caso di Gisana la giustizia farà il suo corso. Chi ha sbagliato, di certo, non può continuare il suo ministero.”
L’appello di Messina
Secondo Messina, le parole chiare dell’arcivescovo, “rappresenterebbero una posizione irremovibile sui casi di abuso e sulle coperture degli stessi, come nel caso che mi riguarda e che riguarda Rosario Gisana, seppure questi oggi vorrebbe pubblicamente smentire l’operato contestatogli, con fare pretestuoso, come se le carte processuali e i fatti che mi hanno visto coinvolto non fossero abbastanza chiari per i magistrati dell’ordinamento giuridico italiano e per i Dicasteri competenti della Santa Sede, da me debitamente informati nel marzo del 2024, congiuntamente al Santo Padre”