Ocean Viking, Don Bosco, “salvare le vite in mare è un dovere morale, non si può essere aggrediti”

“L’aggressione subita dalla nave Ocean Viking nei giorni scorsi da parte della Guardia costiera libica è un fatto gravissimo e inaccettabile. Sparare per venti minuti consecutivi contro un’imbarcazione umanitaria che aveva appena tratto in salvo decine di persone, tra cui minori, significa attentare deliberatamente alla vita di migranti innocenti e di operatori impegnati in missioni di soccorso” dichiara apertamente Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000.

È ancora più grave constatare che tale aggressione sia stata condotta da una guardia costiera addestrata e finanziata anche con risorse italiane ed europee. “Questo rende evidente la natura criminosa del protocollo con la Libia, che non ha mai risolto l’emergenza migratoria ma, al contrario, ha contribuito a generare violenza e instabilità nel Mediterraneo centrale” aggiunge Agostino Sella.

Come Associazione, che nel quotidiano si spende per accogliere e includere i migranti, chiediamo al Governo italiano di condannare con fermezza l’accaduto, di pretendere un’indagine indipendente e autorevole per accertare le responsabilità e di rivedere immediatamente ogni forma di collaborazione con le autorità libiche.

“Non si può continuare a sostenere un soggetto che ostacola i soccorsi, rivendica illecitamente la propria presenza in acque internazionali e mette a rischio la vita di persone vulnerabili” specifica Sella

Esprimiamo la nostra piena solidarietà a Sos Mediterranee e a tutto l’equipaggio della Ocean Viking. Il loro lavoro rappresenta un presidio di umanità in mare. La criminalizzazione dei soccorsi e l’assegnazione sistematica di porti lontani non fanno altro che aggravare la tragedia umana che ogni giorno si consuma nel Mediterraneo.

“Ribadiamo con forza che salvare vite non è un reato, ma un dovere morale e civile. Non possiamo accettare che la logica della disumanizzazione prevalga sul rispetto della dignità e dei diritti fondamentali di ogni persona” conclude Agostino Sella.