Spopolamento delle Aree interne, il ruolo di Enna per il rilancio del territorio
Enna-Cronaca - 04/11/2025
Il documento “Il futuro della politica di coesione oltre la dicotomia urbano-rurale. Il ciclo di programmazione 2028-2034”, scaturito dall’incontro con altri GAL organizzato dal GAL Rocca di Cerere e svoltosi ad Enna, a luglio di quest’anno, e redatto da Medea Ferrigno e Marcello Troia, spiega il nuovo concetto di territorio nelle politiche di coesione. Il nuovo concetto al quale inclinano gli autori del documento è il concetto di metromontagna, che intreccia funzioni urbane e montane.
Il documento
In vista delle iniziative che il presidente Piero Capizzi del Libero Consorzio Comunale di Enna intende promuovere per arrestare lo spopolamento dei 20 comuni che ne fanno parte e per innescare lo sviluppo economico dell’intero territorio, la lettura di questo documento è utile. Queste iniziative potrebbero consentire ad Enna di svolgere un ruolo egemone sull’intero territorio dei 20 comuni, che non ha un’unica identità territoriale per ragioni storiche.
Le politiche di sviluppo
Ma Enna non è diversa dagli altri centri maggiori dell’ex provincia. Nel territorio in cui ricadono i 20 comuni ci sono aree con caratteristiche differenti. Il documento mette in discussione la distinzione tra aree urbane metropolitane e aree rurali interne, segnalandone i limiti. Ai fini dello sviluppo locale delle aree interne, sollecita inoltre il superamento delle pratiche di zonizzazione rigide, basate sui confini amministrativi, che non colgono la complessità delle trasformazioni territoriali contemporanee. Questo vuol dire che la delimitazione territoriale non può essere decisa a priori da confini amministrativi preesistenti, ma deve scaturire dal processo stesso di progettazione delle politiche di sviluppo, coinvolgendo attivamente gli attori del territorio nel tracciare i confini dell’azione pubblica.
L’assenza di coinvolgimento delle comunità locali nella progettazione e il limitato coordinamento tra i diversi livelli istituzionali, indeboliscono la capacità di valorizzare competenze ed esperienze locali. E’ l’approccio place-based (basato sul posto), quello che il documento suggerisce per le politiche di coesione e sviluppo territoriale. “La delimitazione territoriale – si legge nel documento – non è un atto tecnico, ma un processo politico e culturale di riconoscimento collettivo”. Superare, dunque, la logica burocratica delle zone amministrative rigide e sperimentare nuove modalità di delimitazione territoriale emergenti dal basso.