Sinisa Mihajlovic in cattedra alla Kore. Tifo da stadio

Enna. Tifo da stadio nell’aula 16 della facoltà di Scienze Motorie dell’Università Kore per la presenza dell’allenatore Sinisa Mihajlovic e l’esame del momento magico del Calcio Catania, che si trova ad un passo dalla salvezza in serie A. Una lezione tutta particolare, durata 74’, durante i quali gli studenti, oltre ad omaggiare Mihajlovic per i risultati ottenuti con la squadra rossoazzurra, hanno voluto conoscere tutti i segreti di questo giovane allenatore emergente, che rischia di vincere la “panchina d’oro” per quello che sta facendo con il Calcio Catania. Accolto con un applauso sonante, omaggiato dal preside della facoltà, Mario LiPoma, che ne ha tracciato un quadro molto significativo, Sinisa Mihajlovic ha trovato subito il giusto feeling con gli studenti e così è stato possibile parlare molto di calcio, dei suoi metodi, della sua carriera, che come giocatore, già a 21 anni, con la Stella Rossa aveva vinto tutto. “Sugli allenatori che ho avuto “Ericson mi ha insegnato a gestire lo spogliatoio, Mazzone a caricare la squadra, Mancini a lavorare sul campo, Zaccheroni, a preparare bene una partita, ho rifiutato la proposta di Mancini di andare secondo al Manchester City, volevo fare tutto da solo, volevo crescere,v olevo capire se ero nelle condizioni di fare questo mestiere”. Tantissime le domande, imperniate sul fenomeno Catania, sulle vittorie ottenute contro Juventus, Inter e Fiorentina, il bel pareggio con il Milan. “Preparare una partita con le grande, è più facile perché tutti sono concentrati al massimo, deve lavorare per tenere la giusta tensione e studiare la partita in ogni sua sfaccettatura. Più difficile la partita con il Siena, che è importante per la salvezza”. Qualche particolare curioso. Otto punizioni tirate ed il portiere Andujar che ne para soltanto una; come si sviluppa la settimana di lavoro. Di una squadra che lotta per la salvezza, ma anche ad essere una delle squadre calcisticamente più evolute e più ammirate, ha trovato il linguaggio, i toni giusti per far capire agli studenti che per ottenere dei risultati è necessario lavorare, lavorare, lavorare. “Il mio è stato un lavoro psicologico – ha ribadito Mihajlovic – perché il Catania era una buona squadra, non riusciva a ritrovare se stessa, non riusciva a fare risultati. Ho lavorato sul gruppo, sul singolo per poi arrivare alla tecnica, al gioco, alla consapevolezza della propria forza. Oggi si lavora benissimo perché quando si vince, quando si ottengono risultati la squadra lavora meglio, riesce a sentirsi capace di fare sempre di più”. Altre domande hanno riguardato il rapporto con il suo secondo Dario Marcolin, con il suo preparatore atletico. “In squadra sono meglio gli argentini dei brasiliani, perché gli argentini, oltre alle loro qualità tecniche individuali , fanno sicuramente squadra, fanno gruppo, vogliono i risultati”. Qualche studente lo ha invitato a partecipare al loro torneo di calcio a 5 di fine aprile, ma Sinisa ha glissato, poi un caldo abbraccio e tanti auguri per il Catania.