Sicilia. Immigrazione: 18 presidi CGIL davanti Prefetture
Enna-Cronaca - 16/11/2010
Palermo – Sono migliaia in Sicilia gli immigrati che, a causa della crisi economica, hanno perso il lavoro e rischiano l’espulsione. E migliaia quelli che lavorano in nero, soprattutto in edilizia, in agricoltura e nei servizi, sottopagati, senza diritti e talvolta in condizione di quasi schiavitu’. Lo denuncia la Cgil Sicilia che giovedi’, nell’ambito della giornata nazionale di lotta del sindacato per denunciare la condizione in cui vivono i migranti nel paese, ha organizzato presidi davanti le prefetture di quattro citta’: Palermo, Ragusa, Trapani e Messina. A Palermo l’iniziativa e’ alle 17. Cgil Sicilia e Camera del lavoro di Palermo hanno chiesto un incontro al Prefetto. Tra le prime richieste del sindacato la proroga del permesso di soggiorno a chi ha perso il lavoro, per consentirgli di trovarne un altro. Ma anche azioni per contrastare lo sfruttamento del lavoro nero con il recepimento della direttiva europea 52 e l’estensione agli immigrati dell’articolo 18 del testo Unico che consente l’attuazione di programmi di protezione per chi denuncia di essere stato costretto al lavoro irregolare. “A livello nazionale- dice Antonio Riolo, della segreteria regionale del sindacato- la Cgil ha indirizzato ai ministri Maroni e Sacconi una lettera aperta per chiedere soluzioni strutturali contro il lavoro nero e per i diritti dei migranti, che la crisi economica ha ulteriormente fatto venire meno”. “La mancanza di diritti dei migranti- aggiunge Pietro Milazzo, responsabile del dipartimento immigrazione della Cgil Sicilia- apre la strada all’abbassamento dei diritti di tutti i lavoratori, promuovendo specie in epoca di crisi una competizione al ribasso. E’ un problema dunque che riguarda l’intera collettivita’”. La Cgil chiede anche un percorso di emersione strutturale per il permesso di soggiorno a chi non ha potuto usufruire dell’ultima sanatoria e un intervento per superare le difficolta’ degli sportelli unici per l’immigrazione.All’iniziativa di mobilitazione hanno aderito Arci, Acli, Antigone, Asgi, Cir, Cnca, Emmaus Italia, Libera, Terra del fuoco, Progettl diritti Onlus. A Palermo anche il Movimento 1° marzo e i Laici Comboniani.