Laici a Palermo a scuola del bene comune studiano le Encicliche

Al corso di formazione socio-politica in fase di svolgimento a Palermo, presso l’Auditorium di Sant’Eugenio Papa, l’interesse dei recenti incontri si è spostato sulla Dottrina Sociale della Chiesa,(DSC), primario riferimento del laicato cattolico sensibile ai temi della politica, dello sviluppo del Sud (1) ed ai pericoli incombenti dalle migrazioni di massa dei diseredati provenienti dalla Tunisia, dalla Libia e da altri paesi africani ed in arrivo quotidianamente sulle coste della Sicilia.

I lavori della serata, aperta da padre Felice Lupo, organizzatore del corso con l’associazione Comunità in Cammino, sono stati introdotti da Ferdinando Russo sull’influsso dei documenti della CEI, del Concilio Vaticano II e delle Encicliche, nei centocinquanta anni dell’Unità d’Italia ed hanno visto , tra gli altri, la partecipazione di Salvatore Golino, di Biagio Maurizio Mulè, del prof.Nicola Rosario Lombardo, del prof.Umberto Russo, dei prof.Serafino Scorsone e Laura Bisso, del dr.Enrico Ortoleva, dell’Avv. Flavia Odoroso, dell’ing. Giuseppe Caruso, dell’on.Mario D’Acquisto, del dr.N.Pacera, del web master Angelo Rocca, dell’ing.Rosario Contino, dell’Avv.Aldo Sireci, della prof. Ina Ferro e dei collaboratori della prossima tradizionale Settimana europea, che sarà conclusa dal Cardinale di Palermo e Presidente della CESI, Em.za Paolo Romeo.
Sarà intanto il presidente D’Acquisto, nella seduta del 12 Aprile corrente, a trarre le prime indicazioni delle Assemblee, che per cinque mesi hanno visto la presenza tra i relatori del corso di formazione dei Prof.ri Franco Teresi, Giuseppe Savagnone, Felice Lupo, Giuseppe Verde, Franco Viola e tra i numerosi interventi quelli del Dr.Salvatore Anzalone, del Dr.Giovanni D’Anna, dei prof Michele Carrara, Emanuele Bisso, Alia Tarantello, Alessandro Migliaccio.

L’ obiettivo che si è posto questo ambizioso corso, nel trentennale della Parrocchia di S.Eugenio, che lo ha ospitato, è quello di formare, laici credenti e non, ad un servizio attivo di cittadinanza per il bene comune, superando il muro di diffidenza cresciuto negli ultimi decenni verso la politica di un decadente liberalismo verticistico e senza etica e non come suprema espressione di carità e di amore verso il prossimo.

Non è, infatti, senza significato il titolo che Benedetto XVI ha voluto dare alla sua ultima enciclica sociale la “Caritas in Veritate”, (2) con la quale sintetizza, aggiorna la DSC e parla con l’attenzione del padre della Cristianità a tutta l’umanità, vincolando alle proprie responsabilità,i vescovi, i presbiteri, i diaconi, i fedeli laici e tutti gli uomini di buona volontà, per operare per lo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità.

“La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa.Ogni responsabilità e impegno delineati da tale dottrina sono attinti alla carità, che, secondo l’insegnamento di Gesù, è la sintesi di tutta la Legge (cfr.Mt 22,36,40). Essa da vera sostanza alla relazione personale con Dio e con il prossimo; è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici”.

“Per la Chiesa, ammaestrata dal Vangelo, la carità è tutto perché, come insegna san Giovanni (cfr 1 Gv 4,8.16) e come ho ricordato nella mia prima Lettera enciclica,”Dio è carità”(Deus caritas est): dalla carità di Dio tutto proviene, per essa tutto prende forma, ad essa tutto tende. La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini,è sua promessa e nostra speranza”.

Ed è laici, il compito di studiarla, commentarla, diffonderla nelle Agenzie educative e formative, nei Movimenti, metterla in pratica nelle istituzioni civili, per le forti valenze religiose e civili, per le conferme sulla Dottrina sociale della Chiesa, per l’analisi del tempo che viviamo, per l’aggiornamento culturale che propone e per la fiducia che manifesta nel laicato, nei movimenti e nel sindacato, espressamente indicato.

La dimensione sociale dell’amore per il prossimo, senza discriminazione alcuna, e la sua universalità erano state annunciate nella citata Enciclica “Deus Caritas est”(3), ma se ‘La carità’, come ricorda il papa, ‘è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa’, ‘un cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali’.

“La carità nella verità, di cui Gesù Cristo s’è fatto testimone con la sua vita terrena e soprattutto con la morte e resurrezione, è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo d’ogni persona e dell’umanità intera”.

E’ l’incipit dell’introduzione dell’enciclica “Caritas in veritate” ed è il ‘principio attorno a cui ruota la dottrina sociale della Chiesa, un principio che prende forma operativa in criteri orientativi dell’azione morale‘.
Vi è una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura d’uomo, della sua dignità, della sua vocazione. Senza verità si cade in una visione empirica e scettica della vita, incapace di elevarsi sulla prassi, perché non interessata a cogliere i valori – talora nemmeno i significati – con cui giudicarla e orientarla. La fedeltà all’uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà (cfr Gv 8,32) e della possibilità di uno sviluppo umano integrale.

Si comprende l’interesse suscitato dall’Enciclica nel vasto associazionismo del laicato,nelle consulte diocesane e regionali, nelle singole parrocchie, nei vicariati, nei Forum, in Retinopera ( 4-9).

Il bene comune, il bene legato al vivere sociale delle persone: “è il bene di quel “noi tutti”, formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale”. Non si tratta, afferma all’inizio dell’enciclica il pontefice, di “offrire soluzioni tecniche e la Chiesa non pretende minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati. Ha però una missione di verità”.

Ed emerge il senso alto e religioso del pontificato di Benedetto XVI, nella continuità dell’attenzione della Chiesa nei riguardi della questione sociale, quasi un compimento della sua missione a servizio dell’uomo e del bene comune.

Ciò si evidenzia, in particolar modo, nel fecondo ricordo della “Centesimus Annus” (5), della Populorum progressio” (1967-Paolo VI ), (6), che è la Rerum Novarum dell’età contemporanea, della “Sollecitudo rei socialis (Giovanni Paolo II) (7).

Quella dottrina, nel tempo della globalizzazione delle post-modernità, ora sembra arricchirsi di un finalismo alto, di un richiamo alla verità, senza la quale “l’agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori della società”.

Ed è per trovare all’economia ed al suo sviluppo una reale etica, valorizzatrice della persona, che occorre, secondo Benedetto XVI , finalizzare ad essa tutto l’impegno socio-politico delle istituzioni. “Lo sviluppo è impossibile”, afferma l’Enciclica, “senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici,che vivano fortemente nelle loro coscienze,l’appello del bene comune “.

E torna l’emergenza educativa di formare ovunque una valida classe dirigente, anche nell’appello papale rivolto alla folla di giovani siciliani , che l’hanno accolto con entusiasmo a Palermo. L’economia di mercato, senza etica, zoppica, entra in crisi con ripercussioni sulla globalità dei cittadini mentre si avvitano focolai di rivolte ed esplodono atti di violenza e guerre locali per il controllo delle risorse energetiche e prima per conquistare momenti di libertà democratica. Il suo superamento postula un supplemento di solidarietà, aperta alla vera natura della persona umana, universalizzato verso tutti i popoli, specie quelli che hanno maggiore bisogno di beni primari, di stimoli alla cultura ed alla partecipazione ad autogestire il territorio e le sue risorse.

E’ all’assenza di un’etica umanitaria, infatti, che si deve addebitare, per il Pontefice, gran parte dell’attuale crisi globale dell’economia. Da qui l’esigenza di dare un cuore etico all’economia, in ogni parte del mondo, per superare l’agnosticismo umanitario del capitalismo e per mettere questo sempre più alla presenza d’imprese sociali (prevalentemente no profit, in una competizione, che pone la solidarietà come misura di merito valoriale. “Il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è la persona umana nella sua integrità “, nel suo percorso terreno.

Una nuova etica, che ritrova nell’antropologia il centro della vita, dell’essere, il centro della politica, il centro da cui partire nel rispetto della verità dell’uomo nel creato. Ne scaturiscono la difesa dell’ambiente e della vita, la lotta alla fame, all’ignoranza, alla povertà,alla disoccupazione, per il bene e la dignità dell’uomo, creato ad immagine di Dio.

Il trasferimento di queste indicazioni nelle relazioni internazionali è la strada che le classi dirigenti ed i Governi debbono percorrere, negli organismi sopranazionali, perché si allontanino i pericoli di nuove guerre e la Pace segni occasioni di sviluppo per tutta l’umanità.

L’impegno del laicato, per Ferdinando Russo, nel trarre alcune indicazioni operative dal Corso di Sant’Eugenio Papa di Palermo, si conferma nello studio della dottrina sociale della Chiesa e della sua diffusione, nella trasposizione nel territorio, nella società civile, nella città di appartenenza, dei principi centrati sulla persona umana, sui suoi diritti, come su quelli dei popoli, delle nazioni, delle regioni. E così il principio del bene comune diviene dovere diffuso, responsabilità individuale e comunitaria, per la destinazione universale dei beni della terra, per il diritto al lavoro (la disoccupazione è per la DSC una vera calamità sociale), per il diritto allo studio, da ricercare per tutti.

Le modalità per rendere effettivi principi, valori, diritti, sono aperte a tutti, si ritrovano nella “sussidiarietà”,virtù morale che lega tradizione, governabilità e decentramento e qualità dei servizi alla persona, attraverso gli strumenti storici della “partecipazione “, da conquistare se venissero negati o compromessi, in qualsiasi settore, impresa, istituzione o genere ( parità uomo-donna) della società.

Da qui l’alto valore dei movimenti di servizio alla persona, al lavoro ed alle famiglie, ispirati alla DSC, coinvolgenti il laicato dei credenti, nelle parrocchie e nei vicariati, nei movimenti sociali (ACLI, MCL, CIF, CC.DD, sindacati, patronati), nei movimenti di presenza nell’economia (cooperative, banche di credito cooperativo, banche etiche, associazioni artigiane e imprenditoriali), nei movimenti educativi (AIMC, UCIIM, FUCI,UCAI,Comunione e Liberazione, scuole, centri di formazione, di ricerca, di ricreazione), nei movimenti di spiritualità e di solidarietà (Focolari, Rinnovamento dello Spirito, Azione Cattolica, Nuovi Orizzonti, Confraternite laicali, San Vincenzo, Caritas, Presenza del Vangelo, Opere Pie).

Le recenti Consulte nazionali, regionali, diocesane delle aggregazioni laicali ed il loro impegno unitario di studio, di ricerche, di progetti finalizzati al bene comune, sono, in tal senso, in pieno lavoro e sono tornate a riunirsi a Pergusa (Enna), per mobilitare risorse umane a servizio dei bisogni dell’educazione e dello sviluppo del territorio. Auguriamo alle loro attività successo, nuovi orizzonti formativi, propositivi, anche per le Settimane Sociali dei cattolici e comunicativi, ed una presenza etica, solidaristica per il dialogo tra le persone, le associazioni e la partecipazione alla vita delle istituzioni locali (9).


Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it

1) F.Russo , Anche gli intellettuali dell’Ottagono Letterario di Palermo tornano ad occuparsi dei Sud del Mondo e trovano riferimenti nella dottrina sociale della Chiesa in www.vivienna.it del 6 aprile,in www.google.it, in www.facebook.com alla voce Ferdinando Russo

2) Benedetto XVI,La lettera Enciclica Caritas in Veritate, Roma Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2009

3) Benedetto XVI, ”Deus caritas est”, (25 dicembre 2005)

4) Consulta Diocesana e regionale Aggregazioni Laicali,www.cdal-monreale.it, e per la Cral inoltre www.chiesedisicilia.org

5) Giovanni Paolo II “Centesimus Annus” (1 maggio 1991)

6) Paolo VI, “Populorum Progressio” (26 marzo 1967)

7) Giovanni Paolo II “Sollecitudo rei socialis” (30 dicembre 87).

8) F.Russo, I movimenti chiamati a studiare la DSC in www.vivienna.it,

9) I siti delle Consulte delle Aggregazioni in www.cnal.it

10) Il compendio della dottrina sociale della Chiesa,Tipografia vaticana, Libreria Editrice vaticana,