Il laboratorio della nuova politica nel progetto dei cattolici
Enna-Cronaca - 08/06/2011
Dalla Sicilia hanno partecipato a Roma, al Convegno sui “cattolici in politica a confronto”, convocato da Paola Binetti e Paolo Maria Floris, tra gli altri Ferdinando.Russo, (già presidente regionale e vice presidente nazionale delle ACLI, con Labor, ed ora consigliere generale MCL), Salvo Giuffrida, (parlamentare regionale), Rino Realmuto (giornalista della Rai), del Gruppo di lavoro a servizio nelle istituzioni dell’associazionismo cattolico, con P.Di Marco, F.Antoci, R.Gumina, A.Ventimiglia, proposto dal sen.G..D’Alia, osservatori di Retinopere, dei Forum delle persone e delle associazioni del mondo del lavoro di ispirazione cristiana (MCL, CISL, ACLI), presidenti di importanti movimenti, come Antonetti della Federazione delle Confraternite laicali ed i massimi dirigenti UDC, Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa.
Al centro del dibattito l’appello del Presidente della CEI ,Cardinale Bagnasco di cui si è fatto portavoce il Segretario Generale, monsignor Mariano Crociata, chiamato ad aprire i lavori di un modello di incontro che si appalesa,sempre più, come un impegno di studio e di proposta unitaria ed urgente da parte dei cattolici, per promuovere, nel tempo della grande crisi economica e valoriale, una politica comune sulla vita, la famiglia,la libertà religiosa e l’educazione, all’attenzione della Chiesa italiana e del laicato (1).
L’iniziativa è seguita al recente seminario, su “La bellezza dell’agire politico”, tenutosi a Sacrofano (Roma), con la presenza dell’arcivescovo di Trieste Mons.Giampaolo Crepaldi, Pierferdinando Casini, Rocco Bottiglione, Raffaele Bonanni, (Segr,Gen. CISL), Cristian Carrara (ACLI), di esponenti dell’UDC ed associazioni, movimenti e realtà ecclesiali, desiderosi di rendere concrete nel Paese le conclusioni della 46 settimana sociale dei cattolici italiani ai temi delle istituzioni, del lavoro, delle problematiche economiche e sociali nelle diverse realtà territoriali, che vivono la. crisi economica e le difficoltà della politica nazionale verso il superamento del bipolarismo degli ultimi quindici anni (2).
Il fatto è, come ha scritto il direttore di Avvenire Marco Tarquinio (3), che“ Si profila una fase nuova per la politica italiana, certo faticosa, ma interessante e coinvolgente come possono diventarlo – se condotte con lungimiranza – tutte le transizioni da un tempo politico ad un altro”.
Ed è toccato proprio a Tarquinio fare da moderatore alla Tavola rotonda programmata con Paola Binetti (UDC), Donato Mosella (Api), Rosa De Pasquale (Pd), Gabriele Toccafondi (Pdl), Massimo Poliedri (Lega), svoltasi, nell’attesa quasi scontata della seconda giornata del ballottaggio della tornata elettorale per le amministrative..
Non hanno atteso, infatti, i risultati del ballottaggio, le personalità politiche del mondo cattolico di diversi partiti, da Paola Binetti (Udc), a Giuseppe Fioroni (Pd), a Giuseppe Pisanu (Pdl), a Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, unitamente a molti dirigenti nazionale dell’associazionismo laicale, per partecipare al dibattito moderato dal direttore di Avvenire, nella sala gremita del Refettorio di Palazzo San Macuto, sui “Cattolici e Cattolici a confronto”, quasi un laboratorio della nuova politica.
Per Paola Binetti, (già presidente dell’A.C.), tra i massimi promotori dell’incontro romano, sono state le recenti parole del Papa e del Cardinale Bagnasco, pronunciate in occasione della cerimonia per i 150 anni dell’Unità d’Italia, celebrata a Santa Maria Maggiore a costituire un forte incoraggiamento all’iniziativa dei cattolici impegnati in politica (4).
E’ stato, infatti, Bagnasco, rivolgendosi a Benedetto XVI, ad affermare:”In questa particolare stagione, stimolati dal ricco patrimonio della Dottrina sociale della Chiesa, e di recente dalla sua ultima lettera enciclica “Caritas in veritate”, sentiamo di dovere invitare i cattolici, e in particolare i giovani che ne avvertono la vocazione, a sperimentarsi in quella esigente forma di carità, che è l’impegno politico”.
Da qui l’importanza del dialogo tra cattolici diversamente impegnati nei partiti, ben convinti che: ”La consapevolezza della sfida che pone il futuro e ancora prima la percezione dei problemi presenti, richiedono per altro – come ricorda il presidente della CEI – un sussulto di responsabilità da parte di tutti, in primo luogo da parte di chi è chiamato ad esercitare una forma di rappresentanza politica” (3).
E con un deciso tempismo e la presenza del segretario generale della CEI, Mariano Crociata, (5) l’incontro romano non poteva essere più propizio, lungimirante, sintonizzato alle convergenti iniziative delle Chiese locali d’Italia, ove viva è l’attesa di una crescente partecipazione alla politica mentre procede, in una pluralità di iniziative, una preparazione culturale e sociale dell’associazionismo laicale nelle Consulte regionali e diocesane (CRAL e CDAL), quasi a “coltivare un’apertura alla cura del bene comune, che è forma della giustizia, fine ultimo dell’agire politico”, inventando nuovi strumenti o laboratori di studio, di ricerca, di comunicazione e di formazione socio-politica (6).
Per questo ci siamo occupati, con alcune note, ospitate dai massmedia informatici, a registrare nelle chiese del cardinale Paolo Romeo, presidente della Conferenza episcopale della Sicilia, ancora nelle settimane scorse, le iniziative formative e le proposte delle comunità ecclesiali locali per umanizzare gli spazi della convivenza civile, per indicare i bisogni delle famiglie, dei giovani, dei disoccupati, degli anziani, degli immigrati, e segnare traguardi alle istituzioni e sperimentazioni
di servizi sul piano del lavoro dipendente ed autonomo, in cooperative ed in associazioni di volontariato, a servizio della Persona, degli ultimi, degli immigrati, sulla base dei principi e delle indicazioni di solidarietà e di sussidiarietà della Dottrina sociale della Chiesa. (7) L.Bisso sul MCL-Sicilia.
A tali fini Benedetto XVI ad Aquileia, ha raccomandato “l’impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico” ed il laicato si è sentito chiamato a corrispondere a tale autorevole richiamo, in ogni realtà del paese (8).
Ed a Roma i proponenti l’incontro hanno voluto sondare se esista lo spazio per aprire una nuova stagione dei cattolici, per aprire una nuova identità, laica, ma tutt’altro che in contrasto con l’essere cristiani. La agenzia “Dire” ha sentito i protagonisti della tavola rotonda e la risposta, che riportiamo, è sembrata essere positiva.
Per Paola Binetti, che sarà in Sicilia a Catania, a fine mese, “occorre trovare quel colpo di genio che ci permetta di concretizzare l’unità in politica, i cattolici devono ritrovare, per senso di responsabilità, a parere dell’ex presidente dell’Azione Cattolica, l’esigenza di allearsi per dare una risposta politica ai problemi del paese. Per Donato Mosella (Api) è chiaro: Partito unico dei cattolici? Se ci provano io ci sono”. Gabriele Toccafondi (Pdl) sottolinea, invece, il fatto che si tratta innanzitutto di “un impegno personale”sui valori e non crede a un partito unico, mentre indica “nella chiesa il riferimento”. Rosa De Pasquale (Pd) auspica una “linea comune di responsabilità ed afferma: bisogna un pò rispolverare questi cattolici”.
E l’eco della memoria favorevole ai cattolici in politica è presente nel messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, evidenziato da tutta la stampa nazionale.
Nessuno osa rinnegare il contributo offerto dai cattolici al Risorgimento, come alla vigente Costituzione repubblicana, come ha evidenziato, al convegno P. M. Floris.
Da tale esperienza storica ci si domanda: se sia sufficiente la convergenza su alcuni principi per costruire un nuovo Stato, sul piano legislativo come su quello della sussidiarietà, delle battaglie sul decentramento responsabile, sull’etica nelle istituzioni.
Al di là delle reminiscenze del 150° dell’Unità, c’è oggi una Costituzione, che unisce un patto democratico, che stimola la collaborazione tra e forze e le culture presenti nel Paese.
“Cattolici e bene comune” sono i termini di una ambivalenza, che ispira il dialogo, invocato dai documenti conciliari, dalla Dottrina sociale della Chiesa, quasi una “mediazione ulturale”, dinamica nella comprensione della mutevole realtà, come ha affermato mons.Crociata, un bagaglio che non esclude le legittime, contingenti, differenziazioni per il discernimento delle scelte politiche, che non significano, il più delle volte, rottura con la DSC, anche quando il conforme sentire della comunità cristiana porta a scelte di schieramento differenziate, ma legate alla ricerca del bene comune.
La fede non conduce, infatti, a dividere tra privato e pubblico. Dio è presente nell’uomo, la fede è totalizzante, in tutti i settori del sociale, della vita pubblica e da qui scaturisce l’impegno del credente in politica, da qui le parole di incoraggiamento e di sprone di Mons.Crociata a quanti sono chiamati a gestire i problemi della comunità.
L’esperienza storica dell’essere stati i cattolici nel Governo del Paese, anche attraverso la DC e la aconfessionalità del loro operare, emergono da Sturzo, a De Gasperi, a La Pira, a Moro.
E sono emerse, nelle conclusioni tratte nell’incontro romano, da Buttiglione,(UDC), Fioroni (PD), Pisanu (PDL), non romantiche evocazioni del passato, ma constatazioni di un cammino che ha segnato, in positivo, una parte del cammino unitario della Repubblica, anticipato durante la resistenza e subito dopo, nel rispetto di una corretta dialettica democratica, nei primi decenni del secondo dopoguerra.
L’evolversi della distensione internazionale, la fine della guerra fredda, la caduta del muro di Berlino, il disgelo ideologico, al quale ha molto contribuito la Chiesa, la globalizzazione, con le opportunità e le connesse responsabilità dei Governi nelle innovative relazioni, hanno stimolato i cattolici e reso necessario un dialogo operativo all’interno delle nazioni, che in Italia ha avuto in Moro e Berlinguer momenti di intenso significato pionieristico e prospettico, interrotti, con l’uccisione di Moro.
Ciò ha fatto evidenziare a Vannino Chiti nel volume “Religioni e politica nel mondo globale” (9 ) la necessità di realizzare uno sviluppo più giusto per le persone e per i popoli ed un richiamo al cattolicesimo ad affrontare le sfide del mondo attuale, ridefinendo il suo ruolo nei confronti della politica e del dialogo con le altre religioni monoteiste, specie sui temi della persona e dei suoi valori, dei diritti individuali e di quelli collettivi, mentre da parte delle forze progressiste nasce la sfida di misurarsi con le fedi e la dimensione della trascendenza.
Ora gli anni della seconda Repubblica hanno sperimentato falliti tentativi di alternanze per rendere più etica ed operativa la democrazia, le condotte e l’operato dei governi centrali e locali, mentre una legge elettorale, alimentata dai partiti verticistici e ultra-centralistica nelle pratiche elettorali, ha reso distanti gli eletti dalla società e dai suoi problemi reali, diffondendo una perniciosa disaffezione dei cittadini dalle istituzioni.
Ed i cattolici non sono rimasti assenti da tale agonia della partecipazione politica, dispersi tra vecchi e nuovi partiti, atrofizzati nelle libertà e nella operatività, rifugiandosi in opere e attività sociali ed in qualche scuola di formazione sociale o in raggruppamenti di irrilevanza politica.
A loro conforto ed a rinnovarne l’invito ad una responsabile partecipazione è venuta l’enciclica “Caritas in veritate”, attesa ed accolta (in particolare dai movimenti del laicato sociale, ACLI, CISL, MCL, Compagnia delle Opere, Confcooperative), come il segnale del via per l’azione socio-politica nel terzo millennio.
La 46 settimana sociale dei cattolici italiani di Reggio Calabria ha poi arricchito l’Agenda della mobilitazione del laicato, a partire dal territorio e dalle città, come era avvenuto per i primi popolari del secolo scorso, con Sturzo e La Pira.
E le risposte non si sono fatte attendere, specie da parte dei giovani, quasi che una nuova primavera del mondo cattolico possa o debba partire da loro.
Al convegno di Roma, oggetto della nostra riflessione, è stato Claudio Gentili, direttore de “La Società” ad aprire il dibattito sullo spazio che i giovani vogliono conquistarsi nell’area del rinnovamento della presenza unitaria dei cattolici nelle istituzioni.
Il disagio dei giovani, diffusamente avvertito, parte da una società che sembra non comprenderli nelle loro esigenze di futuro, competitive a livello internazionale e disattese negli avari investimenti culturali, scolastici, universitari, come nella ricerca, nella sicurezza del lavoro, nella stabilità dell’occupazione, nella mobilità incerta come unica scelta, nel rapporto con i paesi del sottosviluppo. A parlarne sono stati Antonio De Napoli, portavoce del Forum nazionale dei giovani e Simone Badini, dottorando di ricerca in Filosofia politica.
Ma non sono più i bamboccioni, consigliati ad emigrare dai genitori, i giovani presenti a Roma al convegno dei nuovi cattolici.
Sanno, però, come i loro padri, che lo sviluppo ed il futuro di ogni generazione si conquista , in larga parte, con la volontà, lo studio, il sacrificio, l’’apporto comunitario, e perché non con la fede, che parte dai gruppi associativi delle Chiese locali, all’avventura creativa dello Spirito, delle vocazioni, della partecipazione e della proposta.
E sapranno candidarsi e vincere nelle elezioni, al di fuori dei partiti “tutto dire e nulla fare”, nelle variegate liste civiche, anche con improvvisati gazebo referendari e segni provocatori di cambiamento proposti con le primarie..
L’associazionismo giovanile è ora in corsa sulle sperimentazioni cooperativistiche, (con Don Ciotti sfida le aree della illegalità, si mobilita unitariamente per ridare centralità alla scuola ed alle iniziative culturali e scientifiche, scopre nel volontariato la vocazione cristiana al servizio, matura orizzonti politici ricchi di eticità e di giustizia, ringrazia i padri ed i nonni solerti per avere salvato la democrazia ma ha altri traguardi comunicativi, con proposte di solidarietà e di impegno che valorizzino talenti e meriti, risorse e relazioni per amicizie sincere spontanee e solo raramente furbesche e malintenzionate, volte, nel web, sopra le frontiere regionali e nazionali.
Sono pronti a partire a servire i più poveri della terra. Per loro la generosità è quella della Croce, la preghiera quella per il lavoro, per la accoglienza, per la vita, per la solidarietà, come nelle veglie dei Forum, (Palermo Maggio 2011) e delle Consulte del laicato, (vedi Monreale 10 giugno p.v.), il maestro è Gesù ( 10), ricordato da mons.Crociata, a conclusione del l suo intervento al convegno dei cattolici in politica, il Riferimento ed il Soggetto unico e trascendente degli ultimi messaggi al mondo negli scritti di Benedetto XVI (11-12).
Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it
1) M.Muolo, in Cattolici, Laboratorio della nuova politica, in Avvenire 31 maggio 2011 pag.15
2) P.M.Floris, La bellezza dell’agire politico:non moralisti ma morali in Il Nuovo cittadino, Anno 2011
3 M.Tarquinio, Voto pieno d’attesa e di polemica-Fase Nuova Probabilmente, Editoria Avvenire del 31 maggio 2011
4) P.Binetti, I cattolici raccolgono l’invito del Cardinale Bagnasco in https//mailbox.unicampus.it
5) M.Crociata, dal discorso al Convegno dei cattolici in politica di Roma, 30 maggio 2011
6) F.Russo, Le Consulte delle aggregazioni laicali, (CRAL) aprono i Laboratori di studio sui cambiamenti della società e sui problemi del territorio per lo sviluppo ed il bene comune in www.cdal-monreale.it, in www.vivienna.it, in www.google.it alla voce Ferdinando Russo e il laicato pag,1-2-3-
6) Benedetto XVI ,Aquileia, discorso sabato 7 maggio 2011
7) V.Chiti, “Religioni e politica nel mondo globale”, Giunti Editore, Collana Saggi Giunti Storia,2011.
8) F.Russo, CRAL-Sicilia a Pergusa L’invito alla politica di Benedetto XVI alla Consulta regionale della Sicilia delle aggregazioni laicali, in www.vivienna.it
9) F.Russo ,Una società senza maestri,la nostra? In Serra International Italia www.serraclubitalia.com
10) J.Ratzinger (Benedetto XVI), in Gesu di Nazaret Vol.I , Ed.BUR, Collana Saggi
11) J.Ratzinger (Benedetto XVI), in Gesù di Nazaret, Vol.II, Roma 2011
12) L.Bisso, Alla Fondazione di Carlo Donat Cattin i giovani delle scuole superiori si allenanno a comunicare le loro nuove idee, in materia di accoglienza, di solidarietà, di reale unità del Paese.