Enna: Museo Alessi, “Imbarazzo in certe dichiarazioni”
Enna-city - 21/07/2011
Le dichiarazioni arroganti di monsignor Francesco Petralia sulla chiusura del museo Alessi hanno lasciato stupefatti tutti, soprattutto gli amministratori provinciali e comunali.
Da sei anni il museo Alessi, di proprietà della Fabriceria del Duomo, è vergognosamente chiuso ed allo stato attuale niente si è fatto per aprire un museo, ricco di reperti importanti.
All’architetto Maurizio Campo, nella sua qualità di assessore provinciale ai beni culturali e al turismo oltre che da docente di restauro architettonico ed esperto conservazione e valorizzazione dei beni culturali ecclesiali, abbiamo chiesto cosa pensa delle affermazioni di monsignor Francesco Petralia. “E’ con un certo imbarazzo – dichiara l’architetto Campo – che accetto di rispondere a questa domanda perché temo che le mie affermazioni possano essere travisate, strumentalizzate per alimentare una sterile polemica, ma ritengo di non potermi sottrarre dal rispondere dato il ruolo amministrativo che attualmente rivesto e la mia indubbia e specifica competenza professionale”.
“Vorrei dare un parere – prosegue l’assessore Campo – con la ferma intenzione di dare un contributo per la positiva risoluzione dell’annoso problema della tanto richiesta riapertura del museo Alessi. Premesso che, sinteticamente ed in generale, ai sensi delle normative di tutela attualmente vigenti in Europa ed in Italia, non esclusa la Sicilia, i proprietari, a qualunque titolo di beni tutelati, perdono di fatto la totale ed esclusiva disponibilità del bene; in quanto, lo stesso, facendo parte del patrimonio culturale assume il valore di bene dell’umanità, di conseguenza il proprietario è tenuto alla custodia, alla conservazione ed a garantirne la pubblica fruizione; quindi ad assumersi anche gli oneri del mantenimento a partire dalla manutenzione ordinaria. Il museo Alessi risulta tra i beni di proprietà della Parrocchia Maria SS. della Visitazione ed in quanto tale facente, parte del patrimonio ecclesiastico della Diocesi di Piazza Armerina, è pure soggetto alle norme canoniche che non attribuiscono al Parroco la proprietà dei beni che gli vengono affidati, ma soltanto l’uso con la responsabilità del mantenimento e della conservazione; è da tenere in conto l’intesa stipulata tra la Regione Sicilia e la Conferenza Episcopale siciliana che attribuisce ai Vescovi Diocesani, in raccordo con organismi istituzionali territoriali competenti, la responsabilità decisionale su tutte le attività per la conservazione e la valorizzazione dei Beni Culturali Ecclesiali . Le affermazioni di Mons. Petralia risultano inappropriate poiché evidenziano oltre che una palese concezione privatistica del patrimonio, una scarsa disponibilità al dialogo fattivo con le altre istituzioni competenti per la risoluzione del problema. Nel passato quando ricoprivo il ruolo di Direttore dell’Ufficio Diocesano per i BB.CC.EE. di Piazza Armerina mi sono occupato del Museo Alessi, rilevando sia nell’operato della cooperativa che del Direttore del museo una scarsa competenza in tema di musealizzazione e gestione dei sistemi museali, che aveva portato anche al danneggiamento di parte dei preziosi paramenti sacri che erano stati esposti, oltre che, tra l’altro, la mancanza di supporti divulgativi quali il catalogo delle collezioni e la scarsa qualificazione dei custodi e delle guide culturali di cui allora nessuna sapeva parlare altra lingua che l’italiano; inoltre pur comprendendo le difficoltà dei proprietari a gestire un patrimonio così prezioso, non era attuata nessuna prassi manutentiva che ,la norma attribuisce come onere esclusivo dei proprietari”.
“E’ chiaro che non è possibile mantenere chiuso al pubblico e non gestito il museo Alessi, – conclude l’architetto Campo – pertanto invito i rappresentanti dell’Ente proprietario ad abbandonare atteggiamenti di diffidenza e di chiusura nei confronti delle Istituzioni competenti e di quanti possono contribuire alla risoluzione del problema. Mi attiverò perché al più presto venga istituito un tavolo tecnico-decisionale con i diretti interessati per risolvere il problema nel più breve tempo possibile”.