I preti non sanno più il latino

Nemmeno i preti sanno più il latino e per una Chiesa che si dice romana e latina il rischio è di perdere la propria identità. Il fatto è che oggi la lingua di Cicerone a scuola si studia male ed anche nei seminari mancano docenti “adeguati”.
“Ci sono sacerdoti che non sanno nemmeno leggere le lapidi che hanno nelle loro chiese”. Ad affermarlo è don Biagio Amata, decano del Pontificium institutum altioris latinitatis della Pontificia università salesiana. L’occasione, un convegno che egli ha fortemente voluto all’Oasi Maria Santissima di Troina fondata da Padre Luigi Ferlauto.
Ha chiamato a raccolta insigni docenti, i rettori delle Università degli studi siciliane per un doppio argomento: il disagio giovanile e la Veterum sapientia, la costituzione apostolica che riaffermava l’importanza del latino nel programma di studio dei seminaristi, firmata da Giovanni XXIII il 22 febbraio 1962.
Ma don Amata non è solo uno che “pensa” in latino. La sua materia l’ ha messa anche su Internet al sito www.ups.urbe.it.

“Il latino è un patrimonio dell’umanità – afferma Don Biagio Amata – affidato in particolare alla Chiesa cattolica. Non possiamo essere proprio noi a disperderlo”.

Il convegno dal titolo ” LA CULTURA DELLA CITTA’ APERTA E IL DISAGIO GIOVANILE” verrà inaugurato venerdi pomeriggio (14 febraio) alle ore 15.30 presso la sala dei ‘500 della Cittadella dell’Oasi di Troina. IL cardinale J.T. Sanchez prefetto emerito della congregazione per il clero
assegnerà un riconoscimento straordinario della XVI Edizione del Premio letterario Artistico “Elio Vittorini”.
I lavori proseguiranno per tutta la giornata di sabato e si concluderanno domenica con la relazione del decano della facoltà di filosofia dell’Università Pontificia , l’indiano Scaria Thuruthiyl che parlerà della vita di ASHRAM (Città – comunità) nella tradizione indiana.