Visita del Papa a Palermo. Mons.Michele Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina: Sicilia alzati e cammina!

Il contesto religioso, sociale ed economico in cui avviene la visita del Papa in Sicilia è molto problematico. Assistiamo ad una pastorale campanilistica che si accontenta di conservare l’esistente, ad una scristianizzazione del vivere civile e ad una desacralizzazione del valore della vita e della famiglia fondata sul matrimonio. Nel settore economico prevale la legge del profitto, nella vita politica il tornaconto individuale ha il sopravvento rispetto al bene comune. Alcune fabbriche, anche nella nostra diocesi, chiudono o ridimensionano la loro presenza avviando licenziamenti e prepensionamenti, la scuola pubblica lascia a casa migliaia di precari, la disoccupazione giovanile supera il 30% e molti giovani sono costretti ad emigrare. La mafia resta ancora un cancro della vita siciliana che mina capillarmente il tessuto sociale, la coscienza etica e la cultura cristiana del popolo siciliano.
Una domanda che sorge spontanea è quale aiuto reale e concreto può venire dalla presenza del Papa in una Sicilia paralizzata dal fatalismo e piagata dai tanti suoi mali endemici. Come Pietro e Giovanni davanti al paralitico Benedetto XVI non può limitarsi a qualche coraggiosa denuncia o a qualche generosa elemosina, ma ripete, come gli apostoli, alla Sicilia: ” nel nome di Gesù Cristo, alzati e cammina” (At 3,6). Il successore di Pietro viene a confermare nella fede cristiana il popolo siciliano, la cui storia è ricca fin dai primi secoli del cristianesimo di molte figure di santi sia donne che uomini. Egli viene per rinsaldare e purificare da incrostazioni la nostra tradizione religiosa che si esprime attraverso le varie forme di pietà popolare e per incitare ad una nuova evangelizzazione. Papa Benedetto sfida i giovani a porsi le domande sul senso vita e sulla possibilità di trovare risposta alle urgenze di verità, di bene, di felicità e di giustizia proprie del cuore di ogni uomo, nell’incontro personale con Gesù Cristo presente nella Chiesa . Egli incita i giovani e le famiglie ad aprirsi alla speranza cristiana e li sprona a una responsabile testimonianza cristiana da dare in tutti gli ambienti di vita. Egli invita a valorizzare i semi di bene presenti in tante famiglie, la vitalità di carismi che continua ad esprimersi nei vari movimenti ecclesiali, le risposte generose alla chiamata di Dio al sacerdozio ed alla vita consacrata, i cammini di santità personale e comunitaria in tanti fedeli laici, la fantasia della carità espressa in tante opere sociali.
Benedetto XVI ci ricorda il grido accorato di Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio 1993: “Nel nome Cristo, crocifisso e risorto, che è Via, verità e Vita convertitevi, un giorno arriverà il giudizio di Dio”.
Al rifiuto di ogni compromissione della comunità ecclesiale col fenomeno mafioso, la Chiesa siciliana non può non sentirsi legata, anche perchè questo cammino storico è stato suggellato dalla splendida testimonianza del martirio di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia solo perché fedele al suo ministero. La memoria di questo martirio è impegnativa per la Chiesa siciliana tutta. Il suo “martirio” è venuto a siglare una nuova stagione di impegno ecclesiale, anche se esso non va disgiunto e isolato dalla testimonianza di numerose altre persone che hanno sacrificato la loro vita per la difesa della giustizia e di quanti si impegnano nel silenzio per il bene comune. L’invito alla conversione e a relazioni autentiche improntate alla fraternità evangelica riguarda tutti clero e laici. Tutti i siciliani siamo invitati ad interrogarci sulla influenza della fede non solo nei riti della pietà popolare ma nella vita quotidiana e nelle scelte pubbliche della società. A partire dall’incontro con “il dolce Cristo in terra” attraverso il quale Gesù stesso, continua a farsi compagno di ciascuno di noi potremo “sperare contro ogni speranza” (Rm 4,18), alzarci in piedi e camminare per vie nuove.

                                                                                        + Michele Pennisi