Piazza Armerina: Ancora le seghe dell’Assessore Di Prima

Piazza Armerina. La mano del Leatherface piazzese ha rimesso in moto la famigerata sega e, ancora una volta sprezzante delle regole e del buon senso, ha cominciato a potare, tagliare, decapitare… Questa volta a farne le spese sono stati gli alberi di via Torquato Tasso, massacrati dalla proverbiale incapacità, approssimazione e maliziosa inefficienza dell’assessore al verde pubblico.
Dopo aver estirpato dall’aiuola della statua del Generale Cascino le numerose piante di Camaerops Humilis trapiantate adesso all’ingresso nord della Città, con il grosso rischio che facciano la stessa fine delle palme estirpate al piano Duilio e trapiantate in via Libero Grasso che, dopo poche settimane di agonia sono clinicamente morte, nelle scorse settimane la furia distruttrice di Di Prima si è abbattuta sugli alberi che costeggiano la via Torquato Tasso: in un periodo non adatto alla potatura alcuni alberi, ancora in piena vegetazione, sono stati trucidati in massa.
Addirittura tre di essi sono stati tagliati dalla base, di netto, lasciando così libera un’area prospiciente ad un negozio recentemente aperto. Una mossa che ha fatto gridare allo scandalo e che ha suscitato le legittime proteste dei cittadini residenti che hanno chiesto conto e ragione dell’operato dell’assessore Di Prima. E Di Prima ha risposto farneticando che sradicare quegli alberi era necessario perché uno costituiva un pericolo per la pubblica incolumità, un altro aveva osato spandere i suoi rami nel balcone di una palazzina prospiciente ed un altro era già morto prima ancora che Di Prima potesse applicare su di lui il pietoso strumento dell’eutanasia. Spiegazioni assurde che non giustificano il folle gesto, ma che accentuano piuttosto le colpe della mano assassina che ha guidato lo scempio.
Ovunque nel mondo si cerca di rivalorizzare il verde all’interno delle città, di realizzare sempre più ampi spazi a verde per restituire città a dimensione d’uomo. Invece a Piazza Armerina vige un principio perfettamente opposto, l’assessore Di Prima, da quando ha ricevuto la delega assessoriale al verde pubblico, ha alternato momenti di assoluta apatia ed immobilismo a momenti di vera e propria follia devastatrice.
Purtroppo i cittadini non possono fermare fisicamente la sua “mano assassina”, ma possono chiedere con forza che le regole vengano rispettate e che si ripari in qualche modo al malfatto. Se mai dovesse risultare vero quanto affermato da Di Prima, e cioè che quei tre alberi sono stati abbattuti perché necessario, il buon senso comunque imporrebbe che quegli alberi venissero sostituiti immediatamente con piante nuove. È questo che il buon senso suggerisce ed è questo che viene chiesto con forza dai cittadini: che la furia omicida venga edulcorata con un gesto di civiltà e di responsabilità. Si prospetta dunque un’occasione di parziale riscatto all’assessore al verde: provveda immediatamente ad acquistare nuovi alberi, magari di tasca sua, a parziale risarcimento dello schiaffo inferto alla comunità.

Mauro Farina – orizzonterei.it