Piazza Armerina. Museo Trigona: anno zero

Piazza Armerina – Mercoledì 10 novembre, in consiglio comunale, è stato trattato il caso del museo di Palazzo Trigona. E questa volta non sono mancati i colpi di scena.
Nel 2002 la Città, tramite il Consiglio comunale, espresse la volontà che Palazzo Trigona divenisse Museo della Città e del Territorio, nonostante l’intento abbastanza palese di alcune istituzioni e di qualche esponente di vertice della intellighentia piazzese di abbandonare il Trigona al suo destino di deperimento, a favore della creazione di un nuovo e moderno museo, da realizzare in prossimità della riserva Bellia, se non addirittura al suo interno.
Palazzo Trigona è un impegno politico che ha creato nel tempo un filo conduttore tra le diverse amministrazioni che si sono avvicendate alla guida della Città, se pur con i dovuti distinguo.
Ci sono state le amministrazioni del dire e quelle del fare e se, come dice il detto, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, è questa la situazione in cui naviga l’attuale amministrazione: mare aperto.
Ricordiamo con quanto calore l’attuale sindaco abbia parlato, o meglio non parlato, del museo Trigona durante i comizi elettorali: calore vicino al ghiaccio, lo stesso gelo polare che coinvolge questa Città ogni volta che il caso Trigona occupa le pagine dei giornali. Un museo che aspettiamo da 50 anni e che ancora una volta sembra allontanarsi.
Gli anni dal 2004 al 2008 hanno visto alla guida della Città un’amministrazione che ha subito molte critiche e che nonostante tutto ha prodotto in termini di finanziamenti per Piazza, un’amministrazione che ha dovuto affrontare il difficile ruolo di fare quadrato intorno al finanziamento per i lavori di restauro del Trigona, che si era ancora una volta inspiegabilmente dissolto come neve al sole, seguendo in prima persona tutte le fasi di definizione del nuovo iter di finanziamento, diventando non solo spettatore ma protagonista di un percorso condiviso e senza colore. Un sogno per tutti, un sogno che coniugava insieme sviluppo e sostenibilità. Il trampolino di lancio per il centro storico, legato con il Museo Trigona, in modo duale con la Villa del Casale.
Un’amministrazione che, ottenuto il restauro del Palazzo, aveva lasciato il testimone più delicato alla nuova: garantire il percorso burocratico per l’allestimento museale, l’apertura del museo e la sua gestione.
Ma dal Consiglio comunale di giorno 10 e dai suoi successivi sviluppi arriva un uragano in mare aperto.
Palazzo Trigona non potrà essere museo perché la legge 17/91 non lo prevede. Dichiarazione scontata e semplicistica. E’ evidente che stando così le cose il Trigona non può essere museo autonomo perché non è inserito tra quelli individuati dalla legge 17/91. Disse bene, infatti, la Soprintendenza, in sede di Consiglio comunale, nel maggio scorso, che il Trigona deve viaggiare su due binari paralleli: da un lato il restauro del monumento ed il progetto di allestimento, dall’altro il problema della sua autonomia e della sua gestione.
Ma la domanda sorge spontanea: cosa ha messo in campo la Soprintendenza per risolvere il problema dell’autonomia e della gestione del Palazzo-Museo? E cosa ha messo in campo l’attuale amministrazione comunale in proposito, pur avendo ricevuto dal Consiglio comunale il mandato di seguire le fasi burocratiche relative?
Si legge testualmente nella delibera del 26 maggio 2009 – «L’Amministrazione Comunale si attivi, quale principale portatore d’interesse, nei confronti delle istituzioni preposte, per definire il percorso burocratico per l’apertura e la gestione del Museo, affinché possa avvenire in tempi brevi e comunque in coincidenza dei grandi eventi previsti …».
Una domanda sorge spontanea: era effettiva la volontà degli enti preposti di garantire l’autonomia del museo?
Dal 2008 ad oggi la Soprintendenza ha completato i lavori di restauro del Palazzo e ha messo in campo un mini progetto di musealizzazione grazie ad un residuo di circa 300.000 euro dei fondi dell’otto per mille di competenza 2002. Ha costituito una commissione scientifica per l’allestimento museale il cui progetto è stato ampiamente, ma solo verbalmente, illustrato durante il consiglio comunale del maggio 2009. Della commissione scientifica è stato chiamato a far parte, anche l’attuale primo cittadino, per il suo impegno accademico.
E oggi, novembre 2010 apprendiamo che la Soprintendenza ha messo da parte il progetto di musealizzazione perché Palazzo Trigona non è un museo e perché il Palazzo sarebbe stato di fatto trasferito dalla competenza della Soprintendenza a quella del nuovo e recentissimo Servizio Parco Archeologico della Villa del Casale che qui trasferirà i propri uffici e allestirà, all’interno del palazzo un Antiquarium e mostre temporanee.
Con i 300.000 euro dell’otto per mille, destinati all’allestimento museale, sarà espletata una gara per dotare i nuovi uffici di un minimo di logistica interna.
Il palazzo sarà quindi aperto, in qualche modo, ma alla città verrà negato un sogno atteso da 50 anni: il suo museo.
Un museo che la qualifichi e la identifichi e possa essere volano di recupero e di sviluppo per il centro storico.
Anche in questo caso le domande sorgono spontanee: come mai l’amministrazione ha aspettato il consiglio comunale per informare la Città dello stato delle cose? Intende accettare questa ulteriore bocciatura o vuole mettere in campo delle azioni per garantire ai cittadini il sogno tanto atteso?
Come mai la Soprintendenza non ha permesso al Consiglio comunale e ad altri soggetti portatori di interesse collettivo di seguire l’iter della musealizzazione come le era stato richiesto?
E come farà il Servizio Parco Archeologico della Villa del Casale a garantire la gestione del palazzo, non essendo dotato di un organigramma adeguato e di una capacità di spesa adeguata al ruolo? Dovrà organizzare il Parco, che non comprende solo la Villa del Casale ma anche le aree archeologiche dei comuni limitrofi e organizzare l’Antiquarium di Palazzo Trigona.
Sono queste domande che trasformano, purtroppo, i nostri sogni in incubi.
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