Piazza Armerina. Unica speranza (a cui non crede più nessuno) per riapertura ostetricia nel Tar di Catania

Le uniche speranze di vedere riaperto il reparto di ostetricia e ginecologia del Chiello di Piazza Armerina sono appese al ricorso prodotto presso il Tar di Catania. Questo sembra essere l’unico debole filo di speranza per ottenere, per via giudiziaria, la riapertura del punto nascite a Piazza Armerina. Al di la degli aspetti tecnici che ruotano attorno alla riforma sanitaria, voluta da Lombardo, peraltro di difficile comprensione, ciò che sembra emergere con chiarezza e che la strada del Chiello sembra essere segnata con l’obiettivo di trasformare l’ospedale piazzese in Pta (presidio territoriale di assistenza); in sostanza, se abbiamo ben capito, una specie di poliambulatorio che non prevede il trattamento di malati acuti.
Nonostante sia questo il messaggio che passa in città, l’amministrazione Nigrelli, accogliendo le richieste che, da più parti, sono arrivate e facendo proprio il grido di dissenso formulato da più di cinquemila cittadini che sono scesi in piazza per protestare contro la chiusura del punto nascite a Piazza Armerina, ha dato incarico all’avvocato Pietro Mela, di difendere le ragioni del Comune di Piazza Armerina contro il provvedimento di chiusura della ginecologia e ostetricia del Chiello. Nell’atto deliberativo si legge “Considerato che i cittadini del Comune di Piazza Armerina e dei comuni viciniori (Aidone, Barrafranca, Pietraperzia, Mirabella Imbaccari, San Cono, San Michele di Ganzaria e Raddusa) sono gravemente danneggiati dalla chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia e che il diritto alla salute non può essere miseramente ricondotto esclusivamente a freddi parametri numerici; e dato atto che l’Ospedale Chiello ha una tradizione ed una storia di eccellenze e di grandi professionisti nel settore sanitario che si sono prodigati quotidianamente per la cura e la salute di innumerevoli pazienti; e ritenuto necessario difendere l’ospedale Chiello di Piazza Armerina, patrimonio inalienabile della Città, realizzato con sacrifici e donazioni di uomini e donne che si sono spesi per assicurare il diritto alla salute dei cittadini piazzesi e dei comuni del comprensorio; e vista la deliberazione 27, del 28 marzo 2011, del Consiglio comunale di Piazza Armerina, approvata all’unanimità, alla presenza degli onorevoli deputati regionali Paolo Colianni, Michele Galvagno, Edoardo Leanza, dei Sindaci e Assessori dei comuni di Leonforte, Aidone, Valguarnera, Barrafranca, Raddusa, nonché dell’Amministrazione Comunale di Piazza Armerina; e visto che nella deliberazione è stato inserito un ordine del giorno votato dai consiglieri presenti in aula con il quale si dava mandato all’Amministrazione comunale di Piazza Armerina di procedere per il tramite di ricorso al Tar contro il provvedimento del direttore generale pro tempore dell’Asp 4 di Enna che dispone la sospensione dei ricoveri in regime ordinario per tutte le patologie ostetrico-ginecologiche per l’unità operativa di ostetricia e ginecologia del Presidio Ospedaliero di M. Chiello di Piazza Armerina” si è arrivati alla decisione unanime di rivolgersi al tribunale amministrativo regionale di Catania per tutelare gli interessi del comune di Piazza Armerina impugnando il provvedimento che ha decretato la chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia.

Guglielmo Bongiovanni



Al tavolo tecnico convocato ieri dal Prefetto, hanno partecipato Giuseppe Monaco, Presidente della Provincia Regionale di Enna, Carmelo Nigrelli, Sindaco del Comune di Piazza Armerina, Giuseppe Bonanno, Sindaco del Comune di Leonforte, Lia Murè e Scollo in rappresentanza dell’Assessorato Regionale per la Salute, Nicola Baldari, Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale 4 di Enna unitamente ai Direttori sanitario e amministrativo, rispettivamente Giovanna Volo e Giuseppe Ficarra, nonché Salvatore Tumminelli, Capo dipartimento materno – infantile e i Primari di ostetricia Enna 1 e 2 rispettivamente Giuseppe La Ferrara e Giuseppe Campione dell’ASP 4 di Enna.
Gli interventi hanno consentito di chiarire come le rimodulazioni adottate con particolare riferimento agli ospedali di Leonforte e Piazza Armerina, non siano affatto preordinate a determinare, in prospettiva, la chiusura di detti presidi ma si inseriscano in un più ampio progetto di razionalizzazione del settore richiesto dal Piano Sanitario Regionale che prevede tra l’altro una serie di accorpamenti necessari ad eliminare duplicazioni di unità operative insistenti in un unico ambito territoriale garantendo al tempo stesso il potenziamento dei servizi utili a garantire un’assistenza sanitaria adeguata alle esigenze del territorio.
I Sindaci di Piazza Armerina e Leonforte hanno richiesto che venga rappresentata all’Assessore Regionale la possibilità di consentire che le gravidanze che, ad esclusivo giudizio dei medici, non presentino evidenti patologie ostetrico – ginecologiche possano essere portate a compimento anche negli ospedali di Piazza Armerina e di Leonforte fino alla emanazione del decreto assessoriale di rimodulazione dei punti nascita ed alla completa attivazione del percorso nascite.
La dr.ssa Murè si è impegnata a rappresentare all’Assessore Regionale la proposta avanzata dai Sindaci, peraltro condivisa anche dal Presidente della Provincia Regionale, riservandosi di fornire al riguardo formale risposta.