Gli ennesi caduti nella lotta contro il nazifascismo

A ricordare a Enna il 25 aprile, Festa della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, è il coordinatore del Comitato promotore per i diritti dei cittadini, Gaetano Vicari, che con molta probabilità farà anche parte del ‘Comitato per la valorizzazione della Cultura della Repubblica’ che il prefetto intende istituire. Vicari ricorda che molti giovani ennesi, poco più che ventenni, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, lottarono per la libertà. “Con un fremito di orgoglio e di commozione – dice Vicari – vogliamo ricordare i fretelli Vigna, fucilati in Val d’Ossola, a cui il Comune di Enna ha dedicato una via; Angelo Sberna, 22 anni, deceduto a seguito le ferite riportate in un conflitto a fuoco con i nazifascisti; Alfredo Attardi, fucilato il 15 dicembre del 1944 a Torino perchè appartenente a ‘banda armata’; il capo partigiano Vincenzo Di Mattia, assassinato nella primavera del ’44; i fratelli Alfredo e Antonio Di Dio, palermitani di nascita, ma figli di ennesi, i quali legarono le loro gesta alla Libera Repubblica Democratica dell’Orsola.
Alla nostra mente – prosegue Vicari – sono presenti tanti altri giovani della provincia, come il villarosano Alfonso Guarneri, fucilato a Biella insieme ad altri 21 partigiani; al villapriolese Giacomo Lisacchi (nella foto), medaglia d’argento al valor militare che a Rovereto, come è scritto nel conferimento, “ nella notte dall’8 al 9 settembre 1943, in seguito alla intimazione di resa e di cessione delle armi di un forte nucleo di soldati tedeschi armati di parabellum, reagiva prontamente con le armi, trovando eroica morte nell’inadeguata lotta”. A questo proposito, ricorda Vicari “qualche anno fa è stato segnalato al Comune di Villarosa l’opportunità di intestargli qualche via”. Ma cosa ancor più grave -aggiungiamo noi – che l’eroico villapriolese non figura neanche nella lapide del monumento ai caduti. “Infine – conclude Vicari – non possiamo non ricordare gli ennesi che hanno dato un enorme contributo alla lotta partigiana, come il comandante Nicola Barbato, nonchè Pompeo Colajanni, che a capo di 20 mila uomini liberò Torino, l’ex notaio Salvatore Argento, Enrico Caccamo, Vincenzo Quattrocchi, Salvatore Calcara, Mario La Paglia e Giuseppe Di Dio; i leonfortesi Nicola Potenza e Salvatore Grillo; Roberto Trinelli di Reggio Emilia che, arruolatosi nella Polizia di Stato, dal 1951 risiede a Enna”.

Giacomo Lisacchi