Piazza Armerina. Prepara miscuglio di farmaci per avvelenare marito, lo prova con vicina di casa

Decisa a eliminare il marito fedifrago, prepara un mix di farmaci e per accertare che sia realmente letale lo “prova” su una vicina di casa. Si pente e va in commissariato a raccontare tutto. L’involontaria ‘cavia’ sta bene.
Piazza Armerina. Denunciata in stato di libertà una donna, nata nel 1961, ritenuta responsabile del reato di lesioni, aggravate dall’uso del mezzo venefico, ai danni di una giovane donna vicina di casa.
La donna, ieri mattina, si recava presso gli uffici del Commissariato di Pubblica Sicurezza armerino, per “costituirsi”, giacché poco prima, a suo dire, aveva avvelenato una giovane donna, sua vicina di casa; davanti i poliziotti sbalorditi dalla confessione, manifestava confusione mentale e stato ansioso, perché era convinta di aver avvelenato la suddetta ragazza con un preparato, ottenuto con un miscuglio di farmaci con aggiunta di acqua e zucchero, che lei stessa aveva miscelato.
Nell’immediatezza dei fatti spontaneamente dichiarava che stanca dei presunti tradimenti del marito, che da tempo intrattiene delle relazioni extraconiugali, alcuni giorni fa decideva, autonomamente, di avvelenare il marito. Pertanto, la donna, rubava dei farmaci alle figlie, creando un miscuglio di farmaci, sciogliendo compresse di vario tipo in un bicchiere con acqua e gassosa, allo scopo di avvelenare il marito non appena sarebbe rientrato in casa.
Nella stessa mattina la donna però, contattava la giovane vicina con una scusa, facendola entrare nella propria abitazione, e, con l’intenzione di provare su di lei l’efficacia del miscuglio di farmaci preparato per il marito, approfittando della sua ingenuità, le offriva un bicchiere di acqua con il miscuglio di farmaci già sciolti, facendo finta di bere insieme a lei. La vicina beveva tutto di un sorso il contenuto del bicchiere, dicendo alla donna che l’acqua aveva un sapore strano.
A questo punto la cinquantenne, colta da una crisi di colpa, si allontanava precipitosamente da casa, recandosi presso il Commissariato, e raccontando l’accaduto ai poliziotti.
Ascoltato il racconto, gli agenti armerini, tempestivamente, si recavano presso l’abitazione della donna allo scopo di accertare la dinamica dei fatti, e recuperare quant’altro potesse servire d’ausilio ai sanitari per soccorrere la vittima.
I poliziotti armerini, giunti presso l’abitazione accertavano la presenza della giovane donna, che si presentava in buone condizioni generali di salute, interloquendo correttamente con i poliziotti. Ciò nonostante, la donna veniva immediatamente trasportata presso il locale nosocomio da personale del 118, fatto convenire sul posto.
Perquisita l’abitazione, i poliziotti raggiungevano l’ospedale Chiello e qui, contattati i sanitari apprendevano che – salvo eventuali diversi riscontri all’esito della metabolizzazione dei farmaci assunti – la paziente non era in pericolo di vita e, successivamente, dopo alcune ore di attesa in osservazione, la medesima giovane donna veniva dimessa con una prognosi di 3 giorni.
Per cui, i poliziotti armerini, denunciavano la donna, in stato di libertà, per lesioni aggravate, rassegnando l’attività svolta alla Autorità giudiziaria presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Enna.