Corteo storico a Troina

Troina. Il corteo storico in costume medievale, che si è snodato per le principali vie del paese partendo nel tardo pomeriggio dal loggiato dell’ex convento Sant’Agostino per giungere in serata in piazza Conte Ruggero, era preceduto dal rullo dei tamburi e dagli squilli di tromba e dagli sbandieratori dell’associazione culturale dell’Etna di San Gregorio di Catania. Il corteo storico rievoca un evento accaduto realmente a Troina nel mese di maggio del 1097 quando Busilla, la figlia del Conte Ruggero partì per Budapest dove ad attenderla c’era Colomano, il re dell’Ungheria, suo promesso sposo. Nel corteo storico di venerdì, tra i figuranti, a rappresentare Busilla era Silvia Amata, una giovane donna, che, con il suo bel volto luminoso e delicato, è l’espressione più compiuta della bellezza femminile troinese. Di quell’evento di mille anni fa, ci ha lasciato una descrizione puntale un cronista d’eccezione: Goffredo Malaterra, il monaco benedettino venuto Sicilia al seguito del conte Ruggero. Nel libro dal titolo “Imprese del conte Ruggero e del fratello Roberto il Guiscardo”, il Malaterra racconta che Colomano, re degli Ungari, mandò a Troina dei legati per chiedere al conte Ruggero di concedergli in moglie una delle sue figlie. Il conte Ruggero, dopo essersi accertato della serietà della richiesta di Colomano, diede in sposa al re degli Ungari sua figlia Busilla. Al Normanno sembrò, per sua figlia, un buon partito Colomano, che gli ungheresi considerano ancora oggi un eroe nazionale. Nella piazza degli Eroi, a Budapest, c’è un sontuoso colonnato ampio 85 metri ed altro 25 tra i cui bracci sono collocate le statue dei re ungheresi. Tra queste ce n’è una che riproduce le sembianze di Colomano, denominato il bibliofilo, perché era molto colto. Colomano fu anche un saggio amministratore. Ma leggiamo la cronaca che ne fece il Malaterra del viaggio di Busilla da Troina a Budapest: “ …preparato il necessario, (il conte Ruggero ndr) inviò a Termini il vescovo di Leocastro, Enrico e la fanciulla scortati da trecento soldati; da lì proseguirono fino a Palermo. Qui si prepararono le navi, venne imbarcata la fanciulla con molti doni di nozze, si affidarono le vele ai venti che soffiavano propizi, e le navi approdarono ad Alba, che era sotto la giurisdizione del re degli Ungari. Qui Vincurio, conte di Bellagrata, andò incontro con cinquemila soldati e accolse con i dovuti onori la fanciulla insieme con i suoi accompagnatori e la condusse al re. Le nozze vennero annunziate da banditori in tutta la Pannonia e da ogni parte si accorse con doni”.

Silvano Privitera