Soppressione Tribunale Nicosia: proposizione questione di legittimità costituzionale

Nicosia. E’ previsto, allo stato, un termine di efficacia di 18 mesi per l’operatività della soppressione del Tribunale. E’ previsto, altresì, come è noto, la possibilità per i dirigenti degli uffici accorpanti (nel caso da parte del Presidente del Tribunale di Enna) per continuare ad utilizzare i locali degli uffici accorpati (cioè gli attuali locali del Tribunale di Nicosia) in presenza di difficoltà logistiche per ulteriori cinque anni. Ora, secondo gli accertamenti tecnici condotti per conto del Coordinamento Unitario, sono disponibili presso i locali del Tribunale di Enna 400/500 mq, a fronte di una estensione degli attuali locali del Tribunale nicosiano di quasi cinquemila mq su cinque piani. Di tal che è disponibile solo il 10% circa della superficie necessaria per accogliere personale, mobili, archivi, attrezzature, etc.

In definitiva – dice l’Avv. Timpanaro (nella foto) – le leggi della fisica (l’impenetrabilità dei corpi) sono dalla nostra parte.
Non da subito, quindi, ci sarà il trasloco.
E’ possibile, pertanto, nella fase di attuazione – che durerà anni o, almeno, mesi (e non certamente settimane) – svolgere iniziative in difesa del Tribunale.
In particolare, il Coordinamento Unitario intende promuovere una duplice iniziativa:
a) La proposizione avanti la Corte Costituzionale della questione di legittimità costituzionale sia della legge delega che degli stessi decreti delegati.
b) La raccolta, anche a Nicosia e nei paesi del circondario, delle firme per la proposta di legge di iniziativa popolare di abrogazione della riforma della geografia giudiziaria.
In corso utili contatti con i Colleghi del Tribunale di Montepulciano che, per primi, hanno promosso l’iniziativa. Sarà semplice basterà presentarsi presso l’Ufficio Elettorale dei Comuni del circondario, negli orari che saranno fissati e resi noti, muniti di un documento valido di identità. Quanto alle questioni di legittimità costituzionale l’avvocato Salvatore Timpanaro, del Comitato tecnico-scientifico del Coordinamento Unitario, chiarisce: “I privati cittadini non possono proporre la questione di legittimità costituzionale “in via principale”. Non possono, cioè, promuovere direttamente una causa avanti la Corte Costituzionale. Possono, nei giudizi in corso, sollevare la questione in via incidentale, cioè in via di eccezione avanti al giudice; nel nostro caso avanti al Tribunale di Enna. Il giudice di Enna – ritenuta la questione rilevante e non manifestamente infondata – dovrà sospendere i giudizi e rimettere gli atti alla Consulta”. “Del resto – prosegue l’avv. Timpanaro – può essere sollevata la questione di legittimità costituzionale della legge delega (Legge 14 settembre 2011 n. 148) per violazione degli articoli 70, 72, 76 e 77 della Costituzione, essendo, infatti, la delega contenuta in una legge di conversione di un decreto legge. In definitiva vi è nel nostro sistema costituzionale una “riserva di legge formale” per le leggi di delega che vanno adottate solo attraverso la procedura normale. Lo stesso Capo dello Stato, Napolitano, nel febbraio del 2011 ha fatto una lettera ai Presidenti dei due rami del Parlamento nella quale ha lamentato l’inserimento nei decreti di disposizioni eterogenee e non strettamente attinenti ai loro contenuti. Ulteriori profili di illegittimità costituzionale derivano dalla violazione degli stessi criteri della legge delega che prevedevano una specifica deroga in relazione alla situazione infrastrutturale ed alla specificità del territorio nonché all’impatto con fenomeni di criminalità mafiosa; evidente sul punto che non aver tenuto presente le ragioni della deroga implica un eccesso di delega. Così pure ci si potrà appellare alla violazione del principio del giudice naturale precostituito per legge (art. 25 della Costituzione); alla violazione del diritto di difesa (art. 24 ), del principio di uguaglianza sotto il profilo della irragionevolezza e della disparità di trattamento. Il comitato tecnico-scientifico del Coordinamento Unitario ha predisposto un’apposita modulistica – a disposizione di tutti i colleghi ed i cittadini – contenente l’istanza per sollevare in tutti i giudizi civili e penali la questione di legittimità costituzionale”.

(PUBBLIREDAZIONALE)