Condannato farmacista di Valguarnera per immigrazione clandestina

Il farmacista Antonio Fidemi, 41 anni di Valguarnera è stato condannato a 4 anni e sei mesi di reclusione in quanto è stato ritenuto colpevole, assieme a due rumeni Niculina e Mihail Paval, di 40 e 43 anni, che sono stati condannati alla stessa pena, di immigrazione clandestina. Il farmacista, secondo l’accusa, avrebbe compiuto tutta una serie di “atti diretti a procurare” l’ingresso delle lavoratrici in Italia, collocandole in alcune famiglie della provincia, circostanza questa che sarebbe stata accertata il 5 luglio 2004. Nel 2004 la Romania non era ancora entrata nell’Unione Europea per cui i suoi cittadini erano a tutti gli effetti degli extracomunitari. Il tribunale collegiale di Enna ha ritenuto sia Antonio Fidemi che gli altri due imputati colpevoli del reato di immigrazione clandestina, escludendo l’aggravante di aver fatto entrare cinque o più cittadine straniere. Per questa vicenda il farmacista, difeso dall’avvocato Gabriele Cantaro, era stato, nel novembre del 2004, anche arrestato ai domiciliari, sulla base delle indagini svolte dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Piazza Armerina e della stazione di Valguarnera, coordinate dal pm Antonio Calaresu; poi fu liberato. Gli investigatori si basarono sulle intercettazioni e agli atti processuali fu inclusa la documentazione amministrativa sulla presunta presenza di extracomunitari a Valguarnera in violazione delle leggi ull’immigrazione. I giudici del tribunale collegiale, presieduto da Elisabetta Mazza e giudici a latere Andrea Salvatore Romito e Calogero Commandatore, hanno accolto in pieno la richiesta del pm Francesco Rio. Agli imputati è stata applicata anche la sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Quasi certamente le difese impugneranno la sentenza, ritenendola ingiusta. Il farmacista di Valguarnera si è sempre professato innocente, evidenziando che si tratta di un equivoco, lui avrebbe soltanto segnalato alcune lavoratrici da assumere come badanti, che a loro volta gli erano state segnalate dai due Paval, a persone che cercavano proprio delle badanti e non sapeva se erano regolari o clandestini, ma le stesse entravano con permesso turistico per poi cercare di rimanere in Italia. La difesa ha proclamato l’assoluta insussistenza di prove, e che non ci sarebbe intercettazioni del farmacista; inoltre il farmacista ha respinto l’accusa di avere ricevuto dei soldi per le segnalazioni di badanti e le lavoratrici entravano in Italia con un permesso turistico, dunque non illegalmente.