Enna: sono 7 i comuni sotto i 5 mila abitanti (dati Istat): Aidone, Calascibetta, Catenanuova, Cerami, Gagliano, Nissoria e Sperlinga

Enna. Sono 7 i comuni dell’ennese che al 1° gennaio di quest’anno, secondo i dati rilevati dall’Istat, sono sotto la soglia dei 5 mila abitanti e che pertanto rischierebbero di perdere lo status di comune autonomo, se la Regione Siciliana dovesse decidere di abolire i comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti: Catenanuova (4994 abitanti), Aidone (4891), Calascibetta (4575), Gagliano Castelferrato (3678), Nissoria (2960), Cerami (2120) e Sperlinga (827). Ci sono altri 3 comuni, che rischiano si scendere sotto la soglia dei 5 mila abitanti, se non invertono la tendenza al calo demografico: Centuripe (5596 abitanti), Assoro 5537) e Villarosa (5073). Poco più della metà dei comuni dell’Ennese rientra in quella categoria dei “paesi fantasma”, che rappresenta il 72% di tutti i comini italiani. Degli 8108 comuni italiani, fanno parte del gruppo dei paesi fantasma ben 5838 comuni. Di questi 5838 paesi fantasma, ben 2831 comuni rischiano di scomparire nei prossimi anni. Il fenomeno interessa soprattutto le regioni appenniniche del centro sud dall’Abruzzo alla Calabria, le zone montuose della Sicilia e della Sardegna. Anche nell’arco alpino e nelle regioni del Nord, come Piemonte, Lombardia, Liguria e Veneto, ci sono dei piccoli centri, che però sono al riparo dal rischio di estinzione grazie all’industria del turismo, alla vicinanza alle grandi città industrializzate e alle infrastrutture stradali tenute in ottimo stato che consentono agli abitanti dei piccoli centri di raggiungere le città in poco tempo e senza alcun disagio. La stessa cosa purtroppo non si può dire per i paesi dell’Ennese. Basti pensare allo stato in cui si ritrovano le strade provinciali e statali dell’Ennese sulle quali non è per nulla confortevole viaggiare in auto. Al di là delle valutazioni che si fanno dell’annunciato intendimento del governo regionale di abolire i comuni con meno 5 mila abitanti, resta ancora senza risposta la domanda più importante: quale strategia per scongiurare lo spopolamento e l’abbandono di gran parte dei comuni di piccole dimensioni dell’Ennese? Agli abitanti di questi comuni bisogna dare nuove prospettive e nuove speranze rivitalizzando il tessuto socio-economico con la valorizzazione del patrimonio ambientale, naturale e culturale e delle risorse umane sottoutilizzate di cui dispongono questi paesi a rischio di estinzione. Non è solo un problema di natura istituzionale la sopravvivenza di questi paesi. Anche se fosse scongiurato il rischio di abolizione per legge di questi comuni dell’Ennese, rimane da risolvere il problema del che fare? per convincere a restare quelli che ancora non sono andati via da questi paesi.

Nella discussione si inseriscono anche due ex Consiglieri provinciali (anche se come redazione condicidiamo in toto quanto dichiarato dall’ex Presidente del Consiglio, Massimo Greco), queste le loro dichiarazioni:
(news correlata: Enna. Abolizione piccoli comuni: prima se ne parla meglio sarà per tutti)

Salvo La Porta: Crocetta persevera con i suoi capricciosi ghiribizzi.
Sulla nuova boutade del Governo Regionale, che attraverso un disegno di legge ipotizza la soppressione dei comuni al di sotto dei cinquemila abitanti, è intervenuto Salvo La Porta, già sindaco di Leonforte e consigliere provinciale: “ Ritengo che questo disegno di legge sia la perniciosa prosecuzione del provvedimento che abolisce le province per dare vita a non meglio specificati liberi consorzi. Il nostro territorio, le cui dilaniate spoglie rischiano di essere definitivamente divorate da fameliche realtà più potenti della nostra, patirebbe la soppresione di ben cinque comuni che, oltre alla loro scomparsa, costituirebbero una violazione all’essenza stessa di quegli altri comuni ai quali potrebbero forzosamente essere accorpati. Calascibetta, Cerami, Gagliano Castelferrato, Nissoria e Sperlinga diverrebbero praticamente “frazioni” di comuni più grandi senza neppure avere la possibilità di esprimere o meno il gradimento nè degli uni né degli altri. Si tratta evidentemente di un ulteriore spot, che soddisfa la narcisistica voglia di apparire del Governo, al quale qualcuno dovrebbe ricordare per esempio che Reggio Calabria non si trova in Sicilia e che non può costituire un unicum con Messina nella logica delle città metropolitane. Un capriccioso ghiribizzo, appunto! Non è la prima volta che ventiliamo l’ipotesi di una soppressione delle regioni o quanto meno, visti i risultati, la rinunzia allo statuto speciale della Sicilia e il conseguente allineamento alle regioni ordinarie”.

Abolizione Comuni: «Crocetta cancella a colpi di spugna la nostra storia».
Queste la parole del Presidente della IX Commissione U.R.P.S., Dott. Giuseppe Regalbuto, alla notizia del disegno di legge del Presidente Crocetta.
«Secondo il ddl in questione, non saranno solo le Province a scomparire per dare vita ai Liberi Consorzi di Comuni» spiega Regalbuto «il rischio incombe anche per i piccoli comuni, quelli al di sotto dei cinquemila abitanti».
In Provincia di Enna sono a rischio, dunque, Calascibetta, Cerami, Gagliano, Nissoria e Sperlinga.
Questi Comuni secondo il disegno di legge del Presidente Crocetta, dovrebbero essere accorpati ai Comuni che si trovano vicino. Quindi Calascibetta a Enna, Cerami a Troina, Gagliano a Agira o Troina, Nissoria a Leonforte e Sperlinga a Nicosia.
«La realizzazione di questo progetto» continua Regalbuto «violerebbe la nostra Carta Costituzionale: quello di Crocetta è un vero e proprio attacco alle nostre radici e all’intero sistema istituzionale su cui si basa la nostra Regione.
Con l’abolizione delle Province prima e l’accorpamento dei Comuni sotto i cinquemila abitanti adesso, Crocetta e la sua Giunta continuano il loro percorso contro la democrazia e verso un clima di dittatura, dove i cittadini sono costretti soltanto a subire, senza poter mai esprimere la loro opinione tramite il voto.
Ricordo che il Governo Crocetta costa sei volte di più rispetto alla Regione Lombardia, eppure i famigerati tagli hanno colpito e continueranno, ahimè, a colpire sempre e soltanto i più deboli, i meno fortunati, per l’appunto i più piccoli.
Così, finora, sono stati tagliati i contributi alle associazioni dei ciechi e dei sordi, mortificando la dignità di questi uomini e donne, le cui associazioni sono state uguagliate alle altre.
I tagli hanno colpito, anche e soprattutto, gli operai dei cantieri di servizio, che già riuscivano a mala pena a sopravvivere (e che Crocetta non pensa minimamente di riconoscere come gli altri precari), e i forestali, uomini impegnati a salvaguardare l’ambiente a costo pure della loro vita (due sono stati i morti nel 2012 a causa di incendi), ai quali sono state diminuite le giornate.
Continuano, invece, ad essere pagati profumatamente gli esterni all’amministrazione, i quali costano alla Regione ben un milione l’anno.
Il Governo Crocetta, dunque, ad oggi non ha fatto altro che umiliare ed avvilire le fasce più deboli. Ora vuole addirittura abolire i piccoli comuni per far “ingrassare” i grossi.
A questo punto, mi chiedo se Crocetta intende pure accorpare le piccole Chiese, i piccoli condomini, le persone basse di statura?
Le famiglie con un solo figlio vanno forse accorpate alle più grandi? E le botteghe ai grossi supermercati?
Con l’amaro in bocca personalmente non mi resta altro che continuare a combattere affinché questo scempio non avvenga, per non rinunciare mai a quelli che sono i valori propri della nostra terra».