Leonforte. Presentazione del romanzo “Madonne d’ogni giorno”

Leonforte. Sabato 14 settembre alle 19 e 30, la suggestiva Villa Artemide di Leonforte ospiterà la presentazione della prima opera di Gabriella Grasso. Non la solita presentazione di un libro. Non un vuoto susseguirsi di parole ampollose. Il libro dell’affascinante autrice si presenterà da solo, attraverso la forza delle parole e sotto la sapiente guida espressiva di Sandro Rossino e i ragazzi del Canovaccio. Il tutto in un’atmosfera dal sapore antico, nella cornice della Sicilia che fu. “Madonne d’ogni giorno”, questo il titolo dell’opera, è una serie di racconti. Vecchi “cunti” di comari, che rendono alla modernità un sublime spaccato della Sicilia di un tempo in una prospettiva del tutto inedita. Rara e preziosa la visione in soggettiva tutta al femminile di una quotidianità fatta di dicerie, sudditanza, passione e sacrificio. “Perché fa così?” “Piange per la vita che ha appena conquistato”. Tutto passa dolorosamente dal parto, o meglio, dai parti che la solitaria e scontrosa Donna Prizzita assiste lungo l’arco della sua vita. Costei è il solo leit motiv dell’intera opera, foriera di delizia o sventura, a seconda che si nascesse maschio in scenari di virile sudore o malauguratamente femmina, nello stesso contesto. Nulla è lasciato al caso, nemmeno la suddivisione dei capitoli. I più ampi e significativi, portano tutti nome di donna. Lia, Rosa a tedesca, Mariella, Aitina sono solo alcuni dei racconti salienti in cui silenzio e peccato si intrecciano a maternità, fuitine e destini manifesti allo sguardo di chi conosce come vanno le cose, in una sorta di codice etico implicito che decide le sorti di un’esistenza. A queste vicende si contrappongono quelle di Turiddu u stagnaru e don Vitu u luppinaru, che come tanti altri uomini tra le madonne percorrono inesorabili il sentiero tracciato dai solchi sulla terra, le fronti madide di sudore e di rassegnazione, le chiacchiere da bar condite da rutti e grezza mascolinità goliardica. Lo stile è impeccabile. Un intenso dipanarsi della matassa, volta a far luce sulla vita della misteriosa Donna Prizzita fatta di lordura, solitudine e buon senso. Descrizioni minuziose rese da parole cariche di passione, che non eccedono mai nell’artificialità della ridondanza. Il risultato è una sinestesia completa, capace di evocare gli odori di un’aia o di un campo appena arato o di un lenzuolo inamidato, appena ricamato. A ribadire che femmina, nel senso più pieno e tondo della parola, è la semplice bellezza di mani indurite dal lavoro paziente di chi nasce per seguire ineluttabile la trama del proprio destino.
Alessandra Maria