Halloween. Parrocchie Diocesi di Piazza Armerina organizzano “la notte dei Santi” dalle 21,30 alle 4 del mattino

Il fenomeno Halloween, arrivato a noi da una sub-cultura celtica e americana, ormai si è imposto violentemente nella nostra realtà sociale, ridicolizzando così il principio cristiano della comunione dei santi. E’ assolutamente antieducativo abituare le nuove generazioni al culto dell’orrore, della violenza e concepire come “normali”, divertenti figure orride e ripugnanti, fantasmi, vampiri, streghe e demoni, con la finta motivazione di esorcizzare e superare la paura della morte. Non vogliamo essere bigotti o demonizzare ogni forma di divertimento, ma con forza e verità, bisogna affermare che lo scopo principale del fenomeno Halloween è la diffusione di una mentalità magica a cui avvolte inconsapevolmente o ingenuamente, attraverso feste, party o “innocenti carnevalate” ci si accosta. Halloween fa dello spiritismo e del senso del macabro il suo centro ispiratore, boicottando così la ricorrenza in cui vengono ricordati i Santi e la commemorazione dei fedeli defunti, ma Halloween in vero è un appuntamento di marketing e di business del macabro. E’ ritenuto così innocuo che in alcune scuole si festeggi Halloween, ma si nega agli alunni di allestire il presepe a Natale. Il mondo dell’occulto definisce la notte del 31 ottobre il giorno più magico dell’anno, il capodanno di tutto il mondo esoterico e le cronache internazionali ogni anno sono piene di “fatti terrificanti che avvengono in questa notte”.
La sera del 31 ottobre tante parrocchie della Diocesi di Piazza Armerina organizzano varie iniziative per celebrare “la notte dei Santi” attraverso veglie eucaristiche e serate di evangelizzazione. Una notte in preghiera è la vera sfida controcorrente alle notti insensate che spesso vivono tanti giovani cercando felicità nella falsità di una dottrina di morte. La parrocchia del Carmine di Gela da diversi anni organizza una veglia di preghiera che inizia alle ore 21,30 con la Celebrazione Eucaristica, l’Adorazione e le confessioni che si concludono alle 4 del mattino.
“Dobbiamo guardare i santi e i nostri cari defunti, ma principalmente il mistero della morte in modo luminoso, con lo sguardo rivolto verso il Cielo. “Nella notte dei Santi” si invitano i fedeli credenti ad esporre non scheletri o fantasmi, maschere mostruose, zombi insanguinati o zucche vuote ma il volto più bello della chiesa e della nostra terra: i Santi, e in quest’Anno della Fede, una candela a ricordo del nostro battesimo. I Santi ci ricordano che la santità è uno stile di vita evangelico possibile per divenire persone capaci di dare un significato forte alla propria vita, capaci di trasformare il mondo partendo dalle piccole cose di ogni giorno. La festa di tutti i Santi ci porta a celebrare il Santo di cui portiamo il nome, è anche la festa di ognuno di noi, chiamati alla santità. La mentalità del mondo contemporaneo spesso ci inganna facendo apparire la santità come qualcosa di straordinario e di irraggiungibile da parte delle persone comuni che altrimenti devono sottoporsi a rinunce teutoniche. In realtà essa rappresenta un traguardo che Dio ha posto, e reso accessibile, a tutti i credenti in Cristo. La santità non si commisura dai miracoli e dai fenomeni mistici straordinari, che molte volte l’accompagnano, ma dall’eccelso grado di carità verso Dio ed il prossimo. La santità consiste nel trasformare le cose ordinarie in straordinarie”.

don Lino Di Dio
Vicario parrocchiale del Carmine di Gela