Province. Toh! Crocetta battuto sulle Città Metropolitane, è caos. Almeno 5 i franchi tiratori

arsSe il buongiorno si vede dal mattino allora c’è poco da stare sereni perchè alla prima prova del nove il Governatore Crocetta ha visto bocciare uno degli emendamenti presentati dall’opposizione all’articolo 1, quello delle Città Metropolitane.
La discussione sulla soppressione delle Province era partita già con la polemica scatenata per la proroga dei Commissari che a detta dell’opposizione ha limiti costituzionali.
Il peggio per la maggioranza, però, doveva arrivare e puntuale si è materializzato con l’approvazione dell’emendamento che stoppa la nascita delle Città Metropolitane mettendo in forte dubbio il proseguo della riforma.

Il presidente dell’Ars, Ardizzone, ha poi deciso di rinviare i lavori d’aula a domani. Nella speranza, forse, che la maggioranza (che ha fatto segnare qualche franco tiratore e qualche assenza dubbia) trovi un accordo. Ma la notte porterà consiglio (giudizio)?
Il governo regionale è andato sotto col voto segreto a un subemendamento di Forza Italia che cancella parte del comma 2 dell’art.1 della riforma delle Province e che incide sulle città metropolitane. «Le città metropolitane non sono state bocciate, perchè la norma che le istituisce è all’articolo 7 della riforma delle Province che stiamo esaminando. Il subemendamento votato in aula riguarda le modalità, in sostanza adesso le città metropolitane fanno parte dei Liberi consorzi, dunque con questo voto si danneggiano i piccoli comuni» così il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone.

“Speriamo ancora che la norma possa essere recuperata durante la votazione dell’art. 7 ma senza le città metropolitane questa riforma non ha motivo di esistere”. Lo dice il capogruppo di Articolo 4 all’Ars Luca Sammartino che prosegue “Non è possibile che il disegno di legge della maggioranza venga, di fatto, riscritto in aula alla ricerca del voto dei 5 stelle. Quanto sta accadendo deve indurre a riflettere. La maggioranza a sala d’ercole non esiste”. “Se veramente si vuole fare questa riforma si stringano le fila e si voti compatti altrimenti il governo e la stessa maggioranza prendano atto responsabilmente della situazione creatasi e ne traggano le dovute conseguenze”.

“Non lavoriamo per affossare la legge, ma per migliorarla passo passo”. Il Movimento 5 stelle all’Ars ribadisce la sua posizione sulla riforma delle Province, dopo i 14 “sì” del gruppo che hanno contribuito a bocciare le città metropolitane. “Il sì all’emendamento – dicono Salvatore Siragusa e il capogruppo Francesco Cappello – non sposta di una virgola il nostro atteggiamento sulla riforma, alla quale siamo favorevoli, sempre che vengano rispettati i capisaldi fondamentali perseguiti da sempre dal Movimento (la gratuità della partecipazione ai consorzi e l’eliminazione della politica) e che l’impianto non venga stravolto”. “Tre città metropolitane nella sola Sicilia – proseguono i deputati 5 Stelle – erano veramente troppe. Basti pensare che in Europa ce ne sono una decina e tutte di ben altro calibro, visto che rispondono a nomi come Parigi, Londra o Bruxelles”.



Almeno cinque franchi tiratori. Ma il numero potrebbe essere ancora più alto. Lo stesso presidente Crocetta si dice certo del voto contrario all’emendamento da parte anche di qualche esponente dell’opposizione. Fatto che – se fosse confermato – alzerebbe ancora un po’ il numero dei “traditori”.
L’emendamento è passato con un voto favorevole di 40 deputati e quello contrario di 34 parlamentari. Con 74 presenti in Aula, sarebbero bastati 38 voti per respingere l’emendamento. E la maggioranza, in quel momento preciso, in Aula era rappresentata da 39 onorevoli. Per la precisione si tratta dei deputati Alloro (Pd), Anselmo (Udc), Arancio (Pd), Ardizzone (Udc), Bandiera (Udc), Barbagallo (Pd), Salvatore Cascio (Articolo 4), Cimino (Grande Sud, vicino al governo Crocetta), Cirone (Pd), Cracolici (Pd), Crocetta (il governatore ha votato), Currenti (Articolo 4), Digiacomo (Pd), Di Giacinto (Megafono), Dina (Udc), Dipasquale (Megafono), Gianni (Misto), Gucciardi (Pd), Laccoto (Pd), La Rocca Ruvolo (Udc), Leanza (Articolo 4), Lentini (Articolo 4), Lo Giudice (Drs), Lupo (Pd), Maggio (Pd), Malafarina (Megafono), Marziano (Pd), Antonellla Milazzo (Pd), Oddo (Megafono), Panarello (Pd), Panepinto (Pd), Ragusa (Udc), Raia (Pd), Rinaldi (Pd); Ruggirello (Articolo 4), Sammartino (Articolo 4), Sudano (Articolo 4), Venturino (Misto), Vullo (Pd).