Riflessioni. Elisuperfice dell’ospedale Ferro Branciforti Capra di Leonforte

leonforte-elisuperficie-1Questo cammino di domande e riflessioni mi ha condotto all’elisuperfice di cui il Ferro/Branciforti/Capra si è dotato seppur con notevole ritardo. La pista è pronta, i casi che non potranno essere affrontati presso il nosocomio leonfortese perché inadeguato, sprovvisto di medicamenti e carente di personale: capace e consapevole del ruolo che riveste e che un camice bianco non impone magicamente, potranno d’ora innanzi essere condotti altrove. In un altrove lontano dall’inefficienza e dalla spregiudicatezza, dove i pazienti sono donne e uomini bisognosi di assistenza e cure e non numeri buoni per ingrossare l’esercito dei votanti. In un altrove dove il signor dottore non è un onnipotente a cui rivolgersi con ossequio e timore reverenziale, ma un funzionario dello Stato pagato per svolgere al meglio il suo lavoro, lavoro che non dovrebbe mai coincidere con la carriera politica o manageriale. In un altrove accogliente e pulito dove il ginecologo non si compra con la mensilità, un luogo in cui ai medici ginecologi ci si affida con fiducia derivante anche dalla struttura preparata agli imprevisti, un luogo in cui le anomalie sospette denunciano qualcosa che non sta funzionando come dovrebbe e non un affaticamento da stress o una acidità da peperoni fritti. La cittadinanza tutta compiacendosi dell’opera, necessaria a una comunità degna di questo nome, sappia che l’opera verrà intitolata a una donna che perse la vita a causa delle cose sopradette, una delle quali certo l’allora assente elisuperfice.
Gabriella Gallo