Enna. Fuoco incrociato tra Pd e presidente Consiglio Comunale

Bruno MaurizioSono parole di fuoco quelle che il capogruppo del Pd a Sala d’Euno, Angelo Salamone, lancia contro il presidente Maurizio Bruno (nella foto) che, invece, chiede di spostare l’asse del dibattito sulle priorità della città.
“Il consiglio comunale, le commissioni e la conferenza capigruppo – esordisce Salamone – è in capo al presidente del consiglio, è lui l’unico responsabile di ciò che accade”. Fatta questa premessa il capogruppo Pd passa all’attacco dicendo che le accuse non sono politiche bensì “sull’incapacità del presidente Bruno nella gestione dei lavori, i disguidi con lui sono puntuali”. Salamone critica soprattutto l’ultima convocazione dove Bruno ha prima inserito e poi tolto su pressione di Salamone un punto sull’Asen. Bruno si giustifica così: “Ho messo il punto perché il consigliere Gargaglione l’aveva presentato, vero è che va concordato con la conferenza capigruppo, ma è anche vero che lui ha avuto a disposizione i cinque giorni canonici per contestarlo, perché non lo ha fatto?”. Salamone non è tenero nei commenti tanto da dire che “lui non è più garante di tutti, più volte è stato stabilito qualcosa e puntualmente lui ha fatto il contrario” dice Salamone che aggiunge: “Sono puntualmente attaccato dal suo avvocato-consigliere Contino, ma la mia preoccupazione è che siamo senza guida, il presidente non garantisce nessuno, neanche se stesso, deve assumersi la responsabilità del mal governo perché sta danneggiando il mio gruppo ”. Di parere contrario Bruno che dice: “Spostiamo l’asse del dibattito su temi politici, sulla visione della città piuttosto che su argomenti pretestuosi, Salamone mi accusa che diversi consiglieri mi tirano la giacca ma lui è uno di questi ma senza risultato. Sul caso della mozione Asen in maniera bonaria con lui avevamo deciso di levarla”; sull’accusa di incapacità, invece, Bruno risponde: “Sono affermazioni sue che a me suonano di campagna elettorale. In ogni mia azione c’è buona fede, non volevo creare problemi perché non ho nessun interesse, ne è la prova che ho riconvocato il consiglio per distendere gli animi; noi dell’opposizione inoltre non abbiamo mai attaccato strumentalmente su vizi procedurali. Ricordo inoltre – conclude Bruno – che non si può togliere ad un consigliere il diritto di presentare una mozione”. La sensazione è che questa diatriba si trascinerà ancora a lungo in aula con il timore a farne le spese possa essere la città.