Enna. Indagato titolare di un Centro Assistenza Agricola che avrebbe favorito Seminara

Salvatore-SEMINARAIl titolare di Centro di Assistenza Agricola della provincia ennese, F.L., difeso dall’avvocato Antonio Impellizzeri, è indagato per avere aiutato Turi Seminara (nella foto), ritenuto il responsabile provinciale della famiglia di Cosa Nostra, e la moglie Maria Concetta Sciarpa, a commettere una consistente truffa nei confronti della Comunità Europea, ricevendo sostanziosi contributi. Ne è convinta la Procura di Caltagirone, che sta allestendo il processo per truffa nei confronti di Seminara, difeso da Silvano Domina e Francesco Maglione, e ritiene che F.L. lo abbia aiutato concretamene. F.L. è incensurato ed è indagato a piede libero, ma su di lui pende una richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di concorso in truffa. Il prossimo 11 dicembre presso il Tribunale di Caltagirone ci sarà l’udienza preliminare di fronte al Gup Salvatore Acquilino. Nei confronti di F.L. c’è un solo capo d’imputazione, contestato dalla Procura calatina “il concorso formale nel reato di truffa”, perché, in qualità di titolare di un Centro Assistenza Agricola avrebbe “agevolato, istigato e determinato” Seminara e la moglie a commettere alcune truffe. Il nucleo investigativo del comando provinciale, diretto dal capitano Michele Cannizzaro è stato quello che ha svolto accurate indagini in questo senso ed hanno accertato che Seminara e la moglie avrebbero percepito indebitamente dall’Agea contributi per oltre 250 mila euro, nel corso di un paio d’anni. Seminara. Ovviamente tutto questo non ha niente a che fare con le accuse della Dda di Caltanissetta a Turi Seminara, quando per una serie di circostanze a lui favorevole, si presume diventato responsabile provinciale di Cosa Nostra, coordinando le operazioni di pizzo ed estorsioni nei confronti di imprenditori e commercianti. Turi Seminara dovrà subire un processo in appello ed attualmente si trova a piede libero, dopo che la Cassazione ha annullato la condanna a 8 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma questa, come detto, è tutta un’altra storia. La vicenda sui contributi agricoli nasce dall’indagine dei Carabinieri ennesi che hanno scoperto che molti terreni della sua azienda agricola “Grande Feudo” che si trova in territorio di Caltagirone, aveva accorpato parecchi terreni che dichiarava di aver preso in affitto, da qui i contributi dell’Agea, ma, invece i contratti di locazione sottoscritti per la maggior parte erano falsi e le firme erano di persone ignare di tutto. Ma anche in questo caso sembrerebbe che ci sia anche l’assistenza in tutte le pratiche della famiglia Seminara, di F.L. e del suo centro assistenza agricola.




Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia