Enna. Condannato insegnante per omicidio colposo

giustizia - scrannoEnna. A sei anni di distanza un insegnante ennese, Antonio Ferrarello, è stato condannato per omicidio colposo. Il giudice Elisabetta Mazza lo ha condannato a sei mesi di reclusione, sospensione di un anno della patente ed il pagamento di una provvisionale di 25 mila euro per ogni componente della famiglia, i danni complessivi saranno quantificati in sede civile. L’insegnante è stato ritenuto responsabile di omicidio colposo nei confronti del giovane Giuseppe Acciaro, vittima di incidente automobilistico, avvenuto il 10 ottobre del 2008. L’insegnate Antonio Ferrarello, a bordo della sua Alfa 156 , invia delle Olimpiadi, davanti la facoltà di Ingegneria Ambientale, nel fare una manovra, non tenne conto dell’arrivo della moto che andò ad urtare con violenza la macchina e Giuseppe Acciaro, senza casco, venne scaraventato con violenza a terra. E’ stato il Gup Davide Salvucci ad ordinare il processo nei confronti dell’insegnante. Secondo l’accusa Antonio Ferrarello, difeso dall’avvocato Giuseppe Gioia, avrebbe provocato l’impatto tra auto e moto. I genitori ed il fratello si sono costituiti parte civile, assistiti dagli avvocati Piero Patti e Francesco Costantino. E’ stato pure presente un rappresentante dell’assicurazione, rappresentata dall’avvocato Gaetano Gennaro. Un processo che ha avuto un iter piuttosto lungo tanto è vero che si chiude, almeno come primo grado, dopo ben sei anni. C’è un altro imputato in concorso, si tratta di un minorenne C.M. , che è l’amico di Giuseppe, che gli prestò la moto Cagiva Mito, ma la sua posizione sarà stralciata ed a procedere sarà la Procura del Tribunale minorile di Caltanissetta ed il suo difensore, l’avvocato Mauro Di Natale ha chiesto di utilizzare con lui “la messa in prova” per scontare un’eventuale pena. L’insegnate è stato accusato di avere provocato l’incidente per “negligenza, imprudenza e imperizia”. Per l’accusa Ferrarello avrebbe svoltato a sinistra senza dare la precedenza alla moto, che procedeva in senso inverso, eseguendo la manovra di svolta in prossimità del centro dell’intersezione. Ovviamente la sentenza non viene accettata dai genitori e dal fratello, dagli amici.




RIPRENDIAMO E PUBBLICHIAMO DAL QUOTIDIANO LA SICILIA