Comune di Enna. Progetto “civico” e progetto “politico” pari non sono

Comune di Enna. Progetto “civico” e progetto “politico” pari non sono

di Massimo Greco

Con la crisi, ormai cronica, dei partiti politici tradizionali è sempre più diffuso il ricorso a modelli “civici” per governare le Istituzioni locali, atteso, peraltro, che nei Comuni non metropolitani due sono le componenti essenziali di cui bisogna tenere conto: l’elezione diretta del Sindaco e il programma elettorale. Queste due facce della medesima medaglia possono fare a meno delle più note dinamiche della politica per tutto il periodo del mandato elettivo a condizione che il progetto “civico” non sia solo una maschera per occultare un diverso progetto “politico”. In quest’ultimo caso, infatti, i nodi arriveranno presto al pettine, visto che desiderate, ambizioni, esigenze e legittimi interessi di ciò che rimane dei tradizionali partiti politici finiranno inevitabilmente per influenzare le scelte politico-amministrative del Sindaco e dei suoi collaboratori.

 

E’ quello che sta succedendo al Comune di Enna la cui composizione “politica” dell’organo collegiale della Giunta risultava già viziata da incoerenza e sviamento della causa tipica rispetto allo schema “civico”. Gli assessori sono stati infatti nominati dal Sindaco secondo il vecchio modello della rappresentatività delle liste che hanno contribuito a determinare l’elezione del Sindaco, riconoscendo loro, impropriamente, anche quella funzione d’indirizzo politico che l’ordinamento attribuisce ai soli organi dotati di mandato elettivo: Sindaco e Consiglieri comunali. Invero, gli assessori dovevano essere solo dei collaboratori del Sindaco e solo a quest’ultimo dovevano rispondere. In tale contesto, che si differenzia nettamente dal precedente modello ante riforma della governance delle autonomie locali, le liste che hanno contribuito all’elezione del Sindaco dovevano partecipare all’azione di governo locale solo attraverso i propri rappresentanti presenti in Consiglio comunale e lo stesso Sindaco che rappresenta il momento di garanzia del programma elettorale votato dai cittadini.

 

Ma l’errore commesso dal Sindaco di Enna, che rappresenta il vero nodo gordiano della vicenda, è quello di non avere arginato la progressiva e costante politicizzazione dei suoi assessori secondo logiche ed orizzonti più simili ad una macedonia di frutta. Non è, infatti, pensabile abbandonare il percorso “civico” per intraprenderne uno “politico” con militanti e dirigenti di partiti politici tra loro distinti e distanti, perché fisiologicamente ognuno è portato a sintonizzarsi su frequenze diverse. Frequenze che sono poi quelle regionali e nazionali, ancorchè disturbate dai noti fatti.

 

Pertanto, almeno tre sono le ragioni del fallimento del progetto “civico” guidato dal Sindaco Di Pietro: la prima nel non avere applicato alla lettera i principi sottesi all’elezione diretta del Sindaco nella nomina degli assessori; la seconda nel non avere impedito la politicizzazione dei suoi assessori approdati in lidi politici tra loro inconciliabili; la terza nel non essere riuscito a mantenere l’impegno (“civico”) sottoscritto con gli elettori.

Sic stantibus rebus, al Sindaco Di Pietro l’ultima parola!